di Erwin de Greef (erwindegreef@libero.it)
Carla è
uno stormo
di uccelli
in volo,
il fruscio
del
vento
tra le canne,
la
prima
pioggia ad agosto.
Carla è
una finestra aperta
a primavera,
il salto del
delfino,
il gabbiano
appollaiato
sullo
scoglio.
Carla è la
notte
di San Lorenzo,
la stella cometa
l’oro
l’incenso
e la mirra.
Carla è una
puledra selvaggia,
la siepe di
orchidee,
il baluginio
della
fiamma.
Carla è
Ettore e Achille
nel campo
di
battaglia.
Carla è il
coro della Scala,
il Nabucco,
le trombe dell’Aida,
la danza del cigno,
il ciclamino
sul
davanzale.
Carla è
un panino al
formaggio,
un’aragosta,
un risotto alla
pescatora,
un bianco
siciliano,
una fetta
d’anguria.
Carla è
una guglia
araba,
un mosaico
bizantino,
un monumento a
Mazzarino.
Carla è
un giardino di
limoni,
il fiume nella
Valle,
il Tempio di
Giunone.
Carla è il
canto
dell’allodola,
il lupo
nella
prateria,
il leone
nella
savana,
il salto
della
gazzella,
il nido
delle
rondini,
l’aquila
solitaria.
Carla
è
un sogno
un desiderio
un bisogno.
Carla è
una lacrima,
il sorriso,
un bacio a
mezzanotte,
un abbraccio
all’alba,
una gattina per
la strada,
un’atleta
alle Olimpiadi,
un soldato in
marcia,
una crocerossina,
un
incantesimo.
Carla è un
inno
sacro,
un profumo,
un ciuffo di
capelli d’oro,
una scultura
del
Cellini,
una stella
nella
notte.
Carla è
Mona Lisa,
la
primavera
di
Vivaldi.
Carla è
uno stormo
di uccelli
in volo,
il fruscio
del
vento
tra le canne,
la
prima
pioggia ad agosto.
Carla è
una finestra aperta
a primavera,
il salto del
delfino,
il gabbiano
appollaiato
sullo
scoglio.
Carla è la
notte
di San Lorenzo,
la stella cometa
l’oro
l’incenso
e la mirra.
Carla è una
puledra selvaggia,
la siepe di
orchidee,
il baluginio
della
fiamma.
Carla è
Ettore e Achille
nel campo
di
battaglia.
Carla è il
coro della Scala,
il Nabucco,
le trombe dell’Aida,
la danza del cigno,
il ciclamino
sul
davanzale.
Carla è
un panino al
formaggio,
un’aragosta,
un risotto alla
pescatora,
un bianco
siciliano,
una fetta
d’anguria.
Carla è
una guglia
araba,
un mosaico
bizantino,
un monumento a
Mazzarino.
Carla è
un giardino di
limoni,
il fiume nella
Valle,
il Tempio di
Giunone.
Carla è il
canto
dell’allodola,
il lupo
nella
prateria,
il leone
nella
savana,
il salto
della
gazzella,
il nido
delle
rondini,
l’aquila
solitaria.
Carla
è
un sogno
un desiderio
un bisogno.
Carla è
una lacrima,
il sorriso,
un bacio a
mezzanotte,
un abbraccio
all’alba,
una gattina per
la strada,
un’atleta
alle Olimpiadi,
un soldato in
marcia,
una crocerossina,
un
incantesimo.
Carla è un
inno
sacro,
un profumo,
un ciuffo di
capelli d’oro,
una scultura
del
Cellini,
una stella
nella
notte.
Carla è
Mona Lisa,
la
primavera
di
Vivaldi.
Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons.
Molto carina Erwin anche se un po' troppo descrittiva... Questa Carla esiste ancora o vive leggera tra i ricordi?
RispondiEliminaCiao
Mao
Sì, condivido il tuo pensiero Mao, ne discutevo prima con Federico. Il punto è che pubblicata a solo perde di contesto: sembra svuotata. Lo avevo intuito e ho voluto egualmente metterla alla prova: un errore!!! Posso dirlo? Oggi, ho imparato una lezione sulla poesia!!!
RispondiEliminaps: dobbiamo parlare di più ... in questo campo mi serve ancora il confronto ...
Erwin
Mi ricorda certe belle poesie alla Prevert, molto descrittive, molto piene. Al contrario di quello che dici a me pare che possa esistere come singolo individuo sganciato da qualsiasi contesto.
RispondiEliminaComplimenti Erwin! Tuttavia sono pienamente d'accordo con Girolamo, è una poesia e come tale deve racchiudere le tue emozioni, ovvero ciò che hai provato quando hai portato in grembo gli eventi o le persone che ti hanno ispirato tali emozioni. Dunque che vadano al diavolo le regole non ti preoccupare, comprese quelle sulla descrittività di prosa, poichè nessuna regola potrà mai comprendere appieno l'esplosione di vita e di sentimento che hai dentro tu Erwin. Come d'altro canto non potrà mai farlo nessun altro individuo, perciò non dovresti preoccuparti tanto del confronto con gli altri, nell'Arte in ogni sua forma il confronto non è poi così produttivo come si crede o ci fanno credere, anzi rischi di trovare chi con il suo fascino o il suo carisma artistico finisce, anche senza volerlo, con l'influenzarti secondo il proprio stile o la propria visione o il proprio respiro e ritmo silenzioso. Paradossalmente è proprio ciò che dico fin dall'inizio alle persone che seguono il laboratorio di scrittura:"Se siete venuti qui per imparare a scrivere allora avete sbagliato indirizzo... poiché quello avete già imparato a farlo alle scuole elementari! Se invece siete qui per capire se vi piace scrivere o meno, allora io sarò il vostro specchio, dentro al quale come Alice nel paese delle meraviglie troverete il vostro lato luminescente e forse persino quello oscuro..."
RispondiEliminaNon trovo questi tuoi versi "svuotati" come dicevi tu... Devi solo chiederti per chi stai scrivendo: Per te stesso? Per Carla? (tu solo sai se lei è in essere o se è invece l'Essere);
Per un pubblico?(cosa che è destinata a cercare le regole di quel pubblico in un contesto sociale e storico, dunque mortale); oppure per l'Universo? (cosa che è destinata a creare un turbinio di emozioni e riflessioni, dunque immortale).
Parafrasando Pessoa sarebbe come dire che ci sono tre principali tipologie di volontà artistiche nella scrittura poetico-letteraria: c'è chi scrive per sè, come potrebbe essere un Bukovsky per esempio, c'è chi scrive per il passeggero successo ed un pubblico pagante, vedi Federico Moccia, e c'è chi invece scrive per guadagnarsi l'eternità, il pensiero allora corre ad individui come Omero.
Poniti la domanda giusta e vedrai che troverai da solo le risposte, se la poni invece a qualcun'altro troverai solo la sua di risposta...
Con affetto
Antonio Polizzi
bellissima Carla ..e anche fortunata!
RispondiEliminaCiao Antonio,
RispondiEliminaintanto grazie per la lettura che hai dato sia della poesia sia del mio commento. In tal senso ringrazio anche Girolamo e Mao!
"Le 4 stagioni di Vivaldi" fa parte integrante di un "Canzoniere minimo", che ho scritto qualche tempo fa, quando vivevo a Milano. Questa poesia, così come la raccolta, è nata dall'esigenza intima di raccontare in versi una dimensione e uno stato d'animo che premevano e chiedevano di "andare per il mondo". Non è che mi importasse - o mi importi - per quale pubblico ho scritto poesia e silloge.
Incastonata nel suo ambiente di esplorazione questa lirica mi risultava e mi risulta - da lettore esterno - centrata come dinamica con i suoi quadri di esposizione, sì, descrittivi - come afferma Mao nel suo intervento - ma, ciò non di meno, evocativi. Di contro, letta a "solo", in qualche misura è fragile proprio perché fa parte di un work in progress strutturato. Ecco qui la mia preoccupazione!
L'urgenza del confronto è nato da - e si è confermato in - uno stato d'animo interiore. E' il bisogno di una contestualizzazione in proiezione di me stesso attraverso questa forma-espressione che frequento da molto tempo in qualità di Lettore e meno come Autore. In tal senso, la risposta l'ho già data a me stesso nello stesso momento in cui ho aperto questa ulteriore possibilità comunicativa.
Grazie per il tuo incoraggiamento; così devo lo stesso tributo di stima e "amicizia" sia a Girolamo sia a Mao, che apprezzo in egual misura per la loro capacità diegetica ed espressiva.
Erwin
Leggendola viene voglia di essere Carla!
RispondiElimina