lunedì 20 luglio 2020

G. Agamben, "Idea della prosa" (estratto)

di Federico Sollazzo (p.sollazzo@inwind.it)

(Si pubblica di seguito un estratto del libro di Giorgio Agamben, Idea della prosa, Quodlibet, 2002, nuova edizione illuminata e accresciuta, 2020;
nello specifico, la parte intitolata "Soglia", pp. 11-16 – per la quale, proprio per amor di prosa, si immagina il seguente sottotitolo, "La grandezza del pensiero non risiede nel pensato, ma nella pensosità".)

Nell’anno 529 della nostra era, l’imperatore Giustiniano, istigato da fanatici consiglieri del partito antiellenico, decretò con un editto la chiusura della scuola filosofica di Atene.

Toccò così a Damascio, scolarca in carica, di essere l’ultimo diadoco della filosofia pagana. Egli aveva cercato, attraverso funzionari di corte che gli avevano promesso la loro benevolenza, di scongiurare quell’evento; ma aveva ottenuto soltanto che gli venisse offerto, in cambio della confisca dei beni e delle rendite della scuola, uno stipendio di sovrintendente in una biblioteca di provincia. Ora, temendo probabili persecuzioni, lo scolarca e sei dei suoi collaboratori più stretti caricarono libri e masserizie su un carro e cercarono rifugio alla corte del re dei persiani, Khusraw Anōshakrawān. I barbari avrebbero salvato quella purissima tradizione ellenica che i greci – o, piuttosto, i «romani», come ora si chiamavano – non erano più degni di custodire.

lunedì 6 luglio 2020

Filosofia e arte: "farmaci emozionali" che curano mente e spirito

di Elisa Dipré (sentieridellaragione@gmail.com)

Vincent van Gogh, "Notte stellata" (1889)

“… i filosofi sono in qualche modo pittori e poeti; i poeti son pittori e filosofi; i pittori son filosofi e poeti. Donde i veri poeti, i veri pittori e i veri filosofi si prediligono l’un l’altro e si ammirano vicendevolmente” (Giordano Bruno – Explicatio triginta sigillorum)

Due grandi filosofi, Alain de Botton e John Armstrong, credono fermamente che l’arte abbia un impatto sulla nostra intimità e sulla nostra quotidianità, aiutandoci a pensare fuori dagli schemi o semplicemente alleviando tutti quei problemi legati allo stress della vita quotidiana.

Quando si parla di arte mi viene immediato pensare al piacere che si può celare dietro la visione di un’opera. In molti si recano nei musei per poter passare qualche ora ad ammirare tutte le meraviglie custodite all’interno.

Siamo ancora in grado di meravigliarci di qualcosa nell’epoca in cui viviamo? Cosa provoca in noi meraviglia e stupore? Cosa muove il nostro animo, coinvolgendolo ed emozionandolo?

– Continua su I sentieri della ragione

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