tag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.comments2023-12-19T04:07:52.706+01:00.Federico Sollazzo p.sollazzo@inwind.ithttp://www.blogger.com/profile/03641654217536589518noreply@blogger.comBlogger235125tag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-79085696318359737442023-09-01T16:41:20.855+02:002023-09-01T16:41:20.855+02:00La corrispondenza da cui è tratto l'estratto d...La corrispondenza da cui è tratto l'estratto di cui sopra è poi proseguita su un'altra via quando mi è stato chiesto se Heidegger potesse ritenere possibile una filosofia dell'Essere anche qualora scomparissero tutti gli uomini dalla Terra.<br />Di seguito, un estratto della mia risposta.<br /><br />Ritengo che per Heidegger il pensare sia l'incontro con l'essere, cosa che la metafisica ha dimenticato credendo che pensare significhi pensare l'Essere in quanto tale, cioè come mera presenza, cosa che rimanda al trionfo della soggettività che pensa tale presenza. <br />Quindi, per rispondere alla domanda, sì, senza l'uomo l'Essere continuerebbe a "stare" ma non sarebbe il Seyn perché l'Essere per come può conoscerlo l'uomo, appunto il Seyn, è l'esito dell'incontro tra il Dasein e il Seyn, e non mero stare del Sein, come invece la metafisica ritiene.<br />La domanda che poni è proprio una domanda metafisica in senso heideggeriano, perché postula l'esistenza o meno di Tizio sulla base dell'esistenza o meno di Caio. Ma il venir meno di Tizio non implica semplicemente il venir meno di Tizio, ma il venir meno del Tizio di Caio.<br />Per questo Heidegger ha rifiutato i termini di soggetto conoscente e oggetto conosciuto (questa è la tecnica), in favore del concetto di incontro, questa è la "sintesi disgiuntiva", in cui nell'incontro ogni elemento non è quello che era al di fuori di quell'incontro.Federico Sollazzo p.sollazzo@inwind.ithttps://www.blogger.com/profile/03641654217536589518noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-43199373530738020162020-08-25T18:10:23.441+02:002020-08-25T18:10:23.441+02:00Buongiorno, io trovo una fortissima correlazione t...Buongiorno, io trovo una fortissima correlazione tra il passaggio in cui Raskolnikov analizza la sua decisione di gettare via i preziosi rubati e il tema della "vergogna della propria demenza" che coglie il criminale dopo il crimine oggetto del pronto discorso dello Zarathustra di Nietzsche intitolato "Del pallido delinquente". È impressionante come senza sapere l'uno dell'altro sia Dostoevskij che Nietzsche abbiano colto le stesse cose!<br />Dopo il delitto la coscienza risveglia nel criminale la consapevolezza della gravità della propria azione. Nietzsche definisce questa consapevolezza e l'inevitabile peso che si prova per la propria azione come la "demenza dopo l'azione". Ecco allora che l'autore del delitto si deve "creare" uno scopo che giustifichi ai suoi occhi razionalmente l'azione compiuta, ed ecco allora che ruba. Ma Raskolnikov non è veramente interessato a ciò che ha rubato, perché ciò è solo una maschera che si è creato per risolvere razionalmente il proprio peso e per non "vergognarsi" di quel peso e di quella "demenza". Nel bellissimo passaggio dello Zarathustra si legge:"...Ed egli ascoltò la propria ragione: un peso di piombo fu il suo discorso per lui, - e così rapinò quando uccise. Non voleva vergognarsi della sua demenza."Marco Ferrozzihttps://www.blogger.com/profile/00488514812961443513noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-37786158164829715662018-07-26T12:19:45.615+02:002018-07-26T12:19:45.615+02:00Sul tema della tecnica in Heidegger, segnalo la ri...Sul tema della tecnica in Heidegger, segnalo la ripubblicazione del cruciale saggio di Martin Heidegger, "La questione della tecnica" (riedito insieme a "Scienza e meditazione", entrambi nella traduzione di Gianni Vattimo), con un mio saggio (Federico Sollazzo), "Heidegger e la tecnica. Una introduzione", goWare, Firenze 2017.<br />http://www.goware-apps.com/la-questione-della-tecnica-martin-heidegger/Federico Sollazzo p.sollazzo@inwind.ithttps://www.blogger.com/profile/03641654217536589518noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-68603111822183668042018-02-07T16:52:35.002+01:002018-02-07T16:52:35.002+01:00Link del volume sul sito dell'Editore, goWare:...Link del volume sul sito dell'Editore, goWare: http://www.goware-apps.com/transizioni-filosofia-e-cambiamento-in-movimento-con-heidegger-adorno-horkheimer-marcuse-habermas-wittgenstein-gramsci-pasolini-camus-federco-sollazzo-a-cura-di/Federico Sollazzo p.sollazzo@inwind.ithttps://www.blogger.com/profile/03641654217536589518noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-46925271772150020502017-09-20T18:50:44.198+02:002017-09-20T18:50:44.198+02:00Si informa che il suddetto volume collettaneo, &qu...Si informa che il suddetto volume collettaneo, "Transizioni. Filosofia e cambiamento", uscirà con un ritardo di alcuni mesi su quanto previsto e, diversamente da quanto annunciato, presso l'editore goWare di Firenze.Federico Sollazzo p.sollazzo@inwind.ithttps://www.blogger.com/profile/03641654217536589518noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-62516978726948972002017-07-30T18:22:58.257+02:002017-07-30T18:22:58.257+02:00Congrats!Congrats!kiralyhttps://www.blogger.com/profile/11004121074073443131noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-54647645376367449662017-07-12T10:48:57.090+02:002017-07-12T10:48:57.090+02:00Splendida disamina. Orgogliosa e coraggiosa posizi...Splendida disamina. Orgogliosa e coraggiosa posizione. Non molli.<br />SBAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-24562483824723290952017-05-16T22:00:37.182+02:002017-05-16T22:00:37.182+02:00Hi!I saw your lecture in Budapest. Lukacs's ea... Hi!I saw your lecture in Budapest. Lukacs's early works are exiting. Do you know Lukacs wanted to forget those works? I think, Lukacs's self criticism or retreat was a serial of intellectual mistakes - corrupting his original ideas. The main topic might be 1967. I mean the Preface to the new edition of History and Class Consciousness.<br /><br />I can quote the critical part from this Preface:<br /><br />"In these and similarly problematical premises we see the result of a failure to subject the Hegelian heritage to a thoroughgoing materialist reinterpretation and hence to transcend and preserve it. I would once again cite a central problem of principle. It is undoubtedly one of the great achievements of History and Class Consciousness to have reinstated the category of totality in the central position it had occupied throughout Marx’s works and from<br />which it had been ousted by the ‘scientism’ of the social- democratic opportunists. I did not know at the time that Lenin was moving in a similar direction. (The philosophical fragments were published nine years after the appearance of History and Class Consciousness.) But whereas Lenin really brought about a renewal of the Marxian method my<br />efforts resulted in a Hegelian distortion, in which I put the totality in the centre of the system, overriding the priority of economics! “It is not the primacy of economic motives in historical explanation that constitutes the decisive difference between Marxism and bourgeois science, but the point of view of totality.’’ This methodological paradox was intensified further by the fact that the totality was seen as the conceptual embodiment of the revolutionary principle in<br />science. “The primacy of the category of totality is the bearer of the revolutionary principle in science.”<br /><br />If you recognize the priority of economics as a general rule - you will never solve the problem of reification.<br />You need at least a chance to hope - the priority of economics has a temporal character.<br /><br /><br /><br />As far as I know Gramsci's reaction to Lukacs's History and Class Consciousness - it was negative, however Gramsci had a special concept about economical determinism - not a mechanical priority of economics. At the first sight - Gramsci didn't recognize the priority of economics. <br /><br />Do you agree? Bes regards, TiborBoros_Tiborhttps://www.blogger.com/profile/04752863782470374256noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-74670160458124277192017-03-20T16:48:05.225+01:002017-03-20T16:48:05.225+01:00Breve appendice.
Da ciò di cui sopra, deriva che ...Breve appendice.<br /><br />Da ciò di cui sopra, deriva che le università dovrebbero, da un lato, fornire spazi dove possa avvenire anche qualcosa di altro dalla ricerca e, dall'altro lato, valutare cosa e chi è in quegli spazi con modalità del tutto diverse dall'attuale standard valutazione accademica: produttività scientifica, impact factor, titoli e posizioni accademiche non dicono nulla a proposito del fatto che uno sia un pensatore – e così avviare altri ad essere altrettanto – o no.Federico Sollazzo p.sollazzo@inwind.ithttps://www.blogger.com/profile/03641654217536589518noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-84429686518643348022016-05-02T23:19:30.279+02:002016-05-02T23:19:30.279+02:00In Marcuse c’è molto di Marx, di Hegel, di Heidegg...In Marcuse c’è molto di Marx, di Hegel, di Heidegger, di Freud, rielaborato in modo originale.<br />Una delle fondamentali differenze rispetto a Marx è l’interpretazione del divenire non in termini scientifici ma dialettici. Questo gli fa leggere fenomeni umani come l’arte e la tecnica, non come degli inevitabili automatismi storici – necessità – ma come il frutto di scelte – possibilità. Conseguentemente, diventa centrale la questione della coscienza individuale non solo e non tanto come presa di consapevolezza, ma come sede di scelte dialettiche. Federico Sollazzo p.sollazzo@inwind.ithttps://www.blogger.com/profile/03641654217536589518noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-4791525879312135852016-05-02T01:49:24.607+02:002016-05-02T01:49:24.607+02:00Ma è Marx che ha messo in evidenza come l'arte...Ma è Marx che ha messo in evidenza come l'arte da un lato resta unico baluardo a-temporale della bellezza nel mondo e dall'altro anticipa in modi che non conosciamo il futuro del mondo. Noi non riusciamo a capire come questo avviene, ma la storia ci insegna questo.Mauro'shttps://www.blogger.com/profile/17319113801865890233noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-85436493338498952712016-04-25T23:27:20.714+02:002016-04-25T23:27:20.714+02:00-) Popper ho sempre avuto difficoltà a ritenerlo u...-) Popper ho sempre avuto difficoltà a ritenerlo un filosofo – Platone totalitario, tanto per dirne una, è un po’ come dire Platone cristiano o Aristotele antropologo o Diogene sans-papiers, o Cicerone tifoso della Roma, proiettando su un pensatore fenomeni che al suo tempo non esistevano. Anche il concetto di falsificazione è un concetto filosoficamente debole: supporre che il solo modo di proporre alternative sia per falsificazione, significa non essere in grado di distaccarsi dalla forma mentis scientifica. La confutazione, in filosofia, non è il cambiare i risultati di una narrazione – ed anche la scienza è una narrazione – senza questionarne la logica intrinseca, ma passare da una narrazione ad un’altra, muovendosi su più livelli ermeneutici.<br /> <br />-) "(…) il filosofo stesso si cimenta in una psicoanalisi della conoscenza scientifica per portare alla luce le credenze che ostacolano la formazione dello spirito scientifico". Questa frase, che forse coglie la “missione” del filosofo per Bachelard, è, per tutto quello di cui sopra, in un orizzonte che mi è completamente estraneo. Il filosofo non psicoanalizza lo scienziato – come se l’unica forma accettabile o addirittura possibile di attenzione al pensiero altrui fosse una forma scientifica, rappresentata dalla psicoanalisi o oggi dalla neuro-“qualcosa” –, il filosofo cerca invece di capire l'epistemologia che innerva un pensiero; e non lo fa al fine di favorirlo o ostacolarlo ma per comprenderlo, per criticarlo, nel senso originario di crino: separare, valutare. Insomma, “l’arte per l’arte” ha il suo corrispettivo ne “il pensiero per il pensiero”, un pensiero senza scopo, e in questo già bastante per contestare in toto il mondo in cui viviamo. <br /><br />-) Il termine pratica filosofia, e affini, va oggi di moda. A mio parere la filosofia è sempre pratica perché così come si pensa si agisce. La metafisica quindi è la più pratica delle discipline. Sottolineare oggi l'aspetto pratico della filosofia quindi, non dice nulla sulla filosofia in sé, dice invece molto su una società storica che sente il bisogno di sottolineare quell'aspetto. Quando però lo si sottolinea all'eccesso si arriva al limite estremo di far coincidere il pensiero con lo svolgimento di operazioni – quel fenomeno che Marcuse chiamava “pensiero positivo” e “operazionismo” – e così la filosofia diventa ciò che non è: razionalità strumentale, strategia, calcolo.<br /><br />Sperando di non aver annoiato i lettori, auguro buon proseguimento di navigazione su “CriticaMente”,<br />Federico SollazzoFederico Sollazzo p.sollazzo@inwind.ithttps://www.blogger.com/profile/03641654217536589518noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-10268272578635259142016-04-25T23:26:58.949+02:002016-04-25T23:26:58.949+02:00Come ideatore e curatore di “CriticaMente” ho deci...Come ideatore e curatore di “CriticaMente” ho deciso con piacere di ospitare l’articolo qui sopra, propostomi per la pubblicazione, anche se esso rappresenta un orientamento di pensiero assai distante dal mio, e quindi anche dall’abituale impostazione di “CriticaMente”.<br />Mi fa piacere precisare, quindi, quelli che sento come punti di maggiore distanza da quanto espresso nell’articolo, e da una certa lettura comune oggi molto diffusa.<br /><br />-) Sulla scorta della lezione heideggeriana, ritengo che a-letheia non debba essere presa presa sic et simpliciter come veritas, ma come dis-velamento. E poiché possono darsi molteplici dis-velamenti, a seconda di come si incontra il mondo, non esiste la verità, ma le verità. La scienza pertanto non è verità in quanto veritas, unica, universale e oggettiva – presunzione che condivide con la religione, essendo quindi le due fatte della stessa sostanza, da cui il loro antagonismo –, bensì in quanto dis-velamento, non il, ma un possibile disvelamento.<br /><br />-) Cartesio è completamente all’interno del pensiero scientifico, ne è un’importante tappa. Egli infatti mette in dubbio la realtà empirica tramite il dubbio sulla conoscenza fornita dai sensi, le due cose – realtà empirica e conoscenza sensibile – sono talmente legate da diventare quasi sinonimi. Una volta risolto il dubbio sulla conoscenza sensibile è per lui risolto qualsiasi problema epistemologico, e ne consegue che la realtà empirica è oggettivamente così come i sensi ci dicono. Gran parte del pensiero postcartesiano – fino all’odierno neorealismo – non mette in discussione la sinonimia tra realtà empirica e conoscenza sensibile, sicché una critica alla prima potrebbe avvenire solo contestando i dati della seconda. Personalmente ritengo invece che le due cose debbano essere distinte. Filosoficamente, la questione cruciale non è infatti né contestare la presenza della realtà empirica né i risultati della conoscenza sensibile, ma avvedersi del fatto che l’immagine, e il significato che diamo, alla prima dipende da come percepiamo e interpretiamo la seconda – e, chiaramente, così come interpretiamo la realtà, poi la ri-costruiamo. Dunque, non nel senso che la realtà non esiste o che esiste solo perché la pensiamo – come vorrebbe una vulgata davvero volgare – ma nel senso che la realtà esiste per come la pensiamo, va inteso che “non esistono fatti, solo interpretazioni”.Federico Sollazzo p.sollazzo@inwind.ithttps://www.blogger.com/profile/03641654217536589518noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-4321531960421607502016-04-16T01:25:04.245+02:002016-04-16T01:25:04.245+02:00La differenza fra il pensare e lo studio del pensa...La differenza fra il pensare e lo studio del pensato fa la differenza fra un intellettuale e un lettore.Ethanhttps://www.blogger.com/profile/01476005977049870462noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-84615217753427487562016-02-07T12:45:01.864+01:002016-02-07T12:45:01.864+01:00Qualche, ormai 'necessaria', dialettica ri...Qualche, ormai 'necessaria', dialettica riflessione, a proposito di eventuali 'relativi' nuovi inizi https://www.facebook.com/notes/kratologia-criteri-del-sapere-e-logiche-del-potere/kratologicamente-tentando-un-d-ire/141464369277764paolo dovahttps://www.blogger.com/profile/05576690899792324425noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-15993505324035611162016-01-13T12:53:27.248+01:002016-01-13T12:53:27.248+01:00Ma è quasi controcanto alla filosofia di Jaspers –...Ma è quasi controcanto alla filosofia di Jaspers –filosofo psichiatra– che Marcuse si spinge nello sforzo determinato della critica; ossia esulando dalle consuete domande: da dove vengo, chi sono, dove vado con un netto: ci siamo! e da qui partire: Se chiamo mondo tutto ciò che, attraverso l’orientazione conoscitiva, può esserci accessibile come contenuto che tutti possono conoscere in termini logicamente vincolanti, allora nasce il problema se la totalità dell’essere si esaurisce nell’essere nel mondo, e se nel pensiero conoscitivo si conclude con l’orientazione nel mondo (cfr. C. Jaspers, Filosofia 2, Chiarificazione dell’esistenza, Mursia, 1978, p. 25). E ancora, in perfetto accordo: Quale che sia la nostra origine, esistiamo. Ci troviamo nel mondo con altri uomini, (cfr. C. Jaspers, Piccola scuola del pensiero filosofico, Ed. SE, 1998); in altra direzione fa lo stesso Bloch nell’Intenzione del suo Spirito dell’utopia (1923): Io sono, Noi siamo. E’ abbastanza. Ora dobbiamo cominciare. La vita è nelle nostre mani. Barcolla insensatamente, ma noi siamo fermi e vogliamo diventare il suo pugno e le sue mete. Anche se ritornerà sui suoi passi nell’enunciare Il principio speranza (1959) in cui appunto esordirà così: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Che cosa ci aspettiamo? E cosa ci aspetta?<br />Questo è il motivo per cui la filosofia critica si pone come tale -dialettica negativa- e si immerge nella sociologia; ossia diventa fuga dalle, hegelianamente intese, anime belle: coloro che non si sporcano le mani nella situazione storica determinata (cfr. Adorno, op. cit., p. 206: La libertà è concepibile soltanto nella negazione determinata della corrispondente figura concreta dell’illibertà.) e conclude Marcuse, L’uomo a una dimensione, Einaudi, 1991, p. 265: La teoria critica della civiltà non possiede concetti che possano colmare la lacuna tra il presente e il suo futuro; non avendo promesse da fare né successi da mostrare, essa rimane negativa. In questo modo essa vuole mantenersi fedele a coloro che, senza speranza, hanno dato e danno la loro vita per il Grande Rifiuto. Inutile dilungarsi sulla natura del Grande Rifiuto cui Marcuse si riferisce.<br />pietropaolo.piredda@istruzione.ithttp://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/homenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-15595898684509815182016-01-13T12:52:20.572+01:002016-01-13T12:52:20.572+01:00Togliere in maniera determinata e com-prendere ass...Togliere in maniera determinata e com-prendere assorbendo i termini precedenti ma, aprendosi ancora ad un ulteriore movimento in cui si pone-si toglie in modo determinato e si sintetizza ancora una volta in un positivo che a sua volta si progetta (similare al Dasein heideggeriano; e il punto di partenza logico-dialettico in Hegel è Essere-Non-essere-Divenire) in un ulteriore movimento triadico-dialettico-sillogistico. Ciò rende il pensiero critico occhio vigile sul tempo vissuto nell'attualità delle mutazioni, con la pretesa (tale finchè non legittimata) di custodire quella linearità dello Spirito che esprime la Ragione e la ragionevolezza seppur senza chiudere in una sintesi positiva ciò che appare, quindi fenomelogicamente o come epifenomeno, instabile (T.W.Adorno, Dialettica negativa, Einaudi, 2004, p.158: E’ bene mantenere criticamente la dualità di soggetto e oggetto contro la pretesa di totalità inerente al pensiero). Ossia è un aspetto che rivela una certa entropia (o eclissi per M.Horkheimer) non ancora chiarificatasi. Questo commento per meglio intendere che non si può fare filosofia senza la sua storia (ciò differenzia la filosofia dalle altre scienze: nessun fisico si sognerebbe, per fare fisica, studiarsi prima Tolomeo e nessun chimico studiare l’alchimia per fare chimica; si può fare fisica prescindendo, anzi doverosamente farlo, da questi passaggi storici della loro scienza; non altrettanto è per il filosofo che comunque si confronta con Eraclito o Parmenide, Platone, Aristotele o Kant ecc…e non si potrebbe fare filosofia senza studiarne la storia ed evoluzione) e senza i suoi termini e, soprattutto va ricompreso il pensiero di Marcuse nella tradizione del pensiero hegeliano da cui scaturisce (anche per le teorizzazioni della sinistra hegeliana) e la frattura, iato, aperto dalla filosofia heideggeriana (che allo stesso modo di Hegel vuol ri-comprendere tutta un’intera tradizione; niente vieterà in un futuro di parlare di una destra e sinistra heideggeriana come già per Hegel, soprattutto alla luce della recente pubblicazione dei cosiddetti Quaderni neri, ma in nuce già nella riflessione della scuola di Francoforte con la meditazione di Adorno: Ma l’essere heideggeriano, senza molto differire dallo spirito, suo antipode, non è meno repressivo; solo più opaco di quello, il cui principio era la trasparenza; perciò ancor più incapace di autoriflessione critica sulla propria essenza dispotica di quanto lo siano mai state le filosofie dello spirito. (op. cit., p. 91) pietropaolo.piredda@istruzione.ithttp://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/homenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-23295828424448440672016-01-13T12:49:05.699+01:002016-01-13T12:49:05.699+01:00Il materialismo nella visione dei Francofortesi re...Il materialismo nella visione dei Francofortesi resta inerente lo Spirito, seppur nella sua mediazione storica. Capisco che la frase possa sembrare esprimere un non-sense. Qui si intende precisare quando espresso in Appendice per una maggior comprensione del testo, il quale resta un’approccio determinato al saggio Eros e civiltà.<br />Quando si fa cenno allo Spirito –Geist– è chiaro che la risonanza semantica porti a diversità interpretative, (come d’altronde nel senso comune è lo spirito del tempo, lo spirito faustiano, persino la battuta di spirito, spiritosaggine ecc…), in questo caso la matrice del pensiero di Marcuse fa leva sul sistema hegeliano e con esso può essere recepito il senso -come orientamento più che significato- (da ricordare che Hegel, quale enciclopedico, riprende molta parte della tradizione attinente questa categoria modale che si fa sostanza nel Geist), poiché lo Spirito è espressione della linearità del tempo nel suo sviluppo (prova ne sia lo sforzo preminente che fa nel suo Estetica per ricomprendere la Fenomenologia dello Spirito attraverso il suo sviluppo storico e il suo emergere di senso e significato). Lo spirito (necessariamente scritto in minuscolo) è invece lo sforzo determinato che viene enunciato nella mediazione prettamente culturale (e quindi in tutte le sue forme di manifestazione storica: dalle più semplici alle più complesse, dalle più rozze e meschine alle più elevate e raffinate) e include, nel pensiero dei Francofortesi, l'accentuazione critica derivata dalla seconda istanza del procedimento triadico-dialettico cui fa leva, procedimento triadico che si pone in una forma sillogistica aperta, rozzamente e manualisticamente posta come un movimento di tesi-antitesi-sintesi. La negazione determinata (antìtesi) è la forza del negativo (ma come negazione determinata e non assoluta) che si espande non chiudendosi, volutamente, in una sintesi (che è positivo in quanto negazione della negazione). Ciò equivale a rendere aperta l'istanza critica (discrimen come discernimento del non detto, il non-ancora in Bloch) prima ancora che si possa affermare in una sintesi; in Hegel questa sintesi -negazione della negazione che si pone come positivo in-sé-per-sé- è chiamata Aufhebung termine che racchiude in sé la paradossalità del togliere mantenendo allo stesso tempo!<br />pietropaolo.piredda@istruzione.ithttp://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/homenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-21125583810685521562015-11-16T12:05:03.731+01:002015-11-16T12:05:03.731+01:00A parte il fatto che l'articolo è riprodotto d...A parte il fatto che l'articolo è riprodotto da un altro sito ed è quindi a quello che vanno inoltrare le eventuali osservazioni (e, en passant, c'è modo e modo di farle e ciascuno facendole qualifica se stesso).<br />In tutti i casi, le informazioni sulla traduzione sono presenti nel commento a fine articolo. Una svista la sua? Può capitare. La prossima volta però faccia più attenzione e legga fino in fondo.<br /><br /><br />Federico Sollazzo p.sollazzo@inwind.ithttps://www.blogger.com/profile/03641654217536589518noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-49004181573072001912015-11-16T09:49:02.154+01:002015-11-16T09:49:02.154+01:00Bravi, complimenti per l'onestà intellettuale!...Bravi, complimenti per l'onestà intellettuale!!!!Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/04214669753936804391noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-7597368957058984382015-11-16T09:45:59.731+01:002015-11-16T09:45:59.731+01:00Leggo adesso il post e..... Che sollazzo! Complime...Leggo adesso il post e..... Che sollazzo! Complimenti Andrea Coccia per il plagio! La traduzione è stata fatta due anni prima!<br />Viva l'onestà e il rispetto delle fonti!Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/04214669753936804391noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-82916498948553952222015-11-16T09:41:08.228+01:002015-11-16T09:41:08.228+01:00Infatti, il testo è stato tradotto 2 anni prima! U...Infatti, il testo è stato tradotto 2 anni prima! Una svista? Complimenti ragazzi!!! Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/04214669753936804391noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-25266473715251926352015-08-17T12:54:56.403+02:002015-08-17T12:54:56.403+02:00Lo stesso testo di Albert Camus è presente nella t...Lo stesso testo di Albert Camus è presente nella traduzione di Alessandro Bresolin in Albert Camus, Calendario della libertà, Castelvecchi, 2013, pp. 87-120.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/06050372174360258636noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-27489077431521671122015-06-03T12:06:12.750+02:002015-06-03T12:06:12.750+02:00LA GRANDE BELLEZZA
La grande bellezza narra de...LA GRANDE BELLEZZA<br /><br /> La grande bellezza narra degli italiani nati durante l’ultima guerra, poco prima, un attimo dopo. Quelli che nella cornice più bella del mondo hanno aggredito gli anni ’60, ci sono cresciuti dentro e si sono formati, dagli orecchioni e la voce stridula, alla pubertà, lo sviluppo completo e la tempesta di testosterone che li ha travolti. Ma non erano soli. Con loro i grandi della letteratura, gli immortali registi, le musiche travolgenti e appassionate dei nostri cantautori, il genio di questo popolo. Intorno panorami e monumenti stupefacenti, l’origine della civiltà, e la Chiesa Cattolica Apostolica Romana con tutte le sue contraddizioni. Di ciò si sono nutriti, beati, e pure degli amori clandestini nei fienili durante le vacanze estive in campagna, “per far cambiare aria al ragazzo” dicevano le mamme. Tutto questo ha regalato loro il sogno e la speranza, li ha aiutati a immaginare il domani.<br /> Oggi sono stanchi, delusi, scollati da una realtà che non gli appartiene e si limitano a considerare la pochezza della più squallida e strapagata classe dirigente del pianeta, mentre i loro figli, sbigottiti da tale, tanta e incomprensibile stupidità vorrebbero recuperare l’energia della ragazzina, artista suo malgrado, per scagliare secchiate di colore sullo sbiadito panorama che gli hanno sistemato di fronte.<br /> L’opera di Sorrentino è la commemorazione del cinema, la chiave di volta che distribuisce il carico delle rappresentazioni di tutti i grandi della cultura nazionale e la domanda che Jep pone con apprensione alla coppia di amici “ma voi che fate stasera?” è lo smarrimento di Gassman dopo l’ultimo, fatale sorpasso, il saluto di Mastroianni che non riesce a udire il richiamo innocente della giovane, le sue parole, e si allontana nell’oblio di un’illusione, la dolce vita.<br /> Probabilmente è di questo che parla l’unico libro scritto da Jep Gambardella, del diritto alla bellezza che ti fa accettare il senso di fine con serenità quando il vissuto ti presenta il catalogo di ciò che hai raccolto.<br /> Il film è un’opera d’arte compiuta che non ti stancheresti mai di guardare, non ha fine, e dopo i titoli di coda potresti ritornare al metafisico ballo iniziale senza renderti conto di alcun stacco, come ammirare un altro quadro, e poi nuovamente da capo, sempre diverso, e ancora una volta nella storia infinita. È cinema “nostro” come nessun altro lo è mai stato, almeno così intimamente, e rivolgendosi all’apparato umano delle nuove generazioni cerca di comunicare ciò che i padri, di fronte allo sfacelo quotidiano di questo splendido Paese, non sono più in grado di fare. Con la sua espressione disincantata Jep li mette in guardia, dice ai giovani italiani “lottate e riappropriatevi del vostro patrimonio culturale, prezioso, unico, strappatelo dalle mani degli stupratori del futuro”.<br /> Regia, sceneggiatura, fotografia e interpretazione magistrali sono le sfaccettature di un cristallo perfetto, tanto che Toni Servillo non sarà più quello di prima, da oggi è solo e soltanto Jep, e Verdone non uscirà mai dal Romano stritolato dal peso della città eterna. Fra musiche da lasciarti senza fiato la Ferilli ha fissato in Ramona la sua incomparabile bellezza senza età.<br /> La galleria di fotografie che il padre fece ogni giorno al figlio, esposte in quella fantastica e surreale collezione, sono l’inutile tentativo di fermare l’attimo, recuperare e dilatare lo spazio che ci comprime e Jep, nell’osservarle, sa che “tutte quelle immagini andranno perdute nel tempo come granelli di sabbia nel deserto”. Chissà che non sia proprio questo, il deserto, a dare l’ispirazione al protagonista per scrivere un nuovo romanzo e realizzare ciò che non è riuscito a Flaubert. Raccontare il nulla da cui ripartire.<br /><br />Mauro Giovanelli - Genova<br />mauro.giovanelli@gmail.com Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-75293887739507088652015-02-24T19:10:16.165+01:002015-02-24T19:10:16.165+01:00"Eichmann, caro mio, aveva una quantità di bu..."Eichmann, caro mio, aveva una quantità di buon senso. Che cosa gli è mancato? Gli è mancato di dire no su, in cima, al principio, quando quel che faceva era solo ordinaria amministrazione, burocrazia. Magari avrà anche detto agli amici, a me quell’Himmler non mi piace mica tanto. Avrà mormorato, come si mormora nelle case editrici, nei giornali, nel sottogoverno e alla televisione. Oppure si sarà anche ribellato perché questo o quel treno si fermava, una volta al giorno per i bisogni e il pane e acqua dei deportati quando sarebbero state più funzionali o più economiche due fermate. Ma non ha mai inceppato la macchina."<br /><br />P.P. Pasolini, "Siamo tutti in pericolo" (intervista rilasciata a Furio Colombo il 1° novembre 1975), in “La Stampa - Tuttolibri”, 8/11/1975, ora in "Saggi sulla politica e sulla società", Milano, 1999.Federico Sollazzo p.sollazzo@inwind.ithttps://www.blogger.com/profile/03641654217536589518noreply@blogger.com