di Elisa Dipré (sentieridellaragione@gmail.com)
Vincent van Gogh, "Notte stellata" (1889) |
“… i filosofi sono in qualche modo pittori e poeti; i poeti son pittori e filosofi; i pittori son filosofi e poeti. Donde i veri poeti, i veri pittori e i veri filosofi si prediligono l’un l’altro e si ammirano vicendevolmente” (Giordano Bruno – Explicatio triginta sigillorum)
Due grandi filosofi, Alain de Botton e John Armstrong, credono fermamente che l’arte abbia un impatto sulla nostra intimità e sulla nostra quotidianità, aiutandoci a pensare fuori dagli schemi o semplicemente alleviando tutti quei problemi legati allo stress della vita quotidiana.
Quando si parla di arte mi viene immediato pensare al piacere che si può celare dietro la visione di un’opera. In molti si recano nei musei per poter passare qualche ora ad ammirare tutte le meraviglie custodite all’interno.
Siamo ancora in grado di meravigliarci di qualcosa nell’epoca in cui viviamo? Cosa provoca in noi meraviglia e stupore? Cosa muove il nostro animo, coinvolgendolo ed emozionandolo?
– Continua su I sentieri della ragione
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