di Federico Sollazzo (p.sollazzo@inwind.it)
(Si pubblica di seguito la seconda e ultima parte (la prima è stata pubblicata come precedente pubblicazione del presente sito, "CriticaMente") del saggio di Federico Sollazzo, Pasolini in Ungheria. Una rassegna, apparso sul n. 8, del 2014, della rivista "Studi pasoliniani".
A causa delle restrizioni alla diffusione in open access imposte dall'editore, il presente scritto è qui offerto in un formato diverso rispetto alla pubblicazione in rivista e tuttavia conforme alla stessa pubblicazione in rivista. Chi desiderasse avere informazioni sul numero di pagina di un determinato passo del presente scritto nella versione edita in rivista, può contattare l'autore all'indirizzo: p.sollazzo@inwind.it)
Miscellanea
Nel composito panorama della ricezione ungherese di Pasolini, sono da segnalare anche alcuni eventi, iniziative, attività di varia natura che paiono di particolare interesse.
Già in occasione del ventesimo anniversario della morte il museo «Ludwig» di Budapest ha organizzato una mostra dal titolo Pier Paolo Pasolini avagy a határátlépés – Megszervezni az átlényegülést (“Pier Paolo Pasolini o attraversare la frontiera – Organizzar il trasumanar”) costituita da fotografie e proiezioni di film e arricchita dall’esposizione di una serie di documenti originali.
Nel 2000 Béla Szemán e Zoltán Zubornyák hanno organizzato a Budapest una settimana commemorativa della vita e dell’opera di Pasolini, con un buon impatto massmediatico e successo di pubblico, con proiezione di film e dibattiti pubblici. Ospiti dell’iniziativa sono stati anche Giuseppe Zigaina e Ninetto Davoli. Da tale evento ne è poi derivato uno simile, ma più ricco, organizzato per il trentesimo della morte con la collaborazione dal Centro Culturale di Ferencváros, dell’Istituto Italiano di Cultura di Budapest, dell’Istituto Cinematografico Ungherese, del Teatro Nazionale di Budapest e il patrocinio di Gyula Hegyi, membro della Commissione Cultura e istruzione del Parlamento Europeo, e diretta da Miklós Jancsó, regista.
Nel 2006 è stato realizzato, dall’emittente Duna TV, un documentario di 53 minuti per la regia di Attila Mispál: Egy eljövendő élet (“Una vita che verrà”). Il documentario mette in rilievo la poliedricità espressiva di Pasolini, presentandolo come poeta, romanziere, drammaturgo, giornalista, pittore e regista, e il contenuto al tempo stesso artistico e politico della sua opera.
Nel medesimo anno ancora Béla Szemán organizza la mostra “Pasolini és én” – Pasolini emlékkiállítás (“Pasolini e me” – Mostra commemorativa su Pasolini”) presso la galleria Örökmozgó di Budapest.
Sempre nel 2006 viene realizzato il dramma radiofonico in due parti Persona non grata diretto da Csaba Molnár. Presentato in anteprima presso l’IIC di Budapest, sostenuto dal noto portale web di letteratura «Litera» e poi trasmesso da «Magyar Rádió / Bartók Rádió», Persona non grata (titolo in italiano) ha avuto un ottimo riscontro di pubblico e di critica. Il dramma ruota attorno al processo a Giuseppe Pelosi ed è debitore, per indicazione degli stessi autori, a quanto contenuto su tale vicenda sul sito web «Pagine corsare» curato da Angela Molteni[1] e nel volume miscellaneo Omicidio nella persona di Pasolini Pier Paolo (Kaos, 1992), e agli atti processuali e ai documenti dell’Autorità giudiziaria.
Infine, mi permetto di segnalare le mie due conferenze Guida alla visione di Mamma Roma di Pasolini e Pasolini és az "antropológiai átalakulás" (“Pasolini e la ‘mutazione antropologica’”; in italiano con traduzione simultanea in ungherese), rispettivamente tenute nel 2011 e nel 2012 entrambe presso la Facoltà di Lettere dell’università di Szeged, ed il mio corso Pasolini as a Philosopher svolto nell’anno accademico 2013/2014 presso il Dipartimento di Filosofia della medesima università.
Conclusioni
Come mi auguro sia emerso con chiarezza da questa sintetica rassegna, la ricezione di Pasolini in Ungheria è stata in un primo momento (orientativamente, dagli anni Sessanta fino alla metà degli anni Duemila) molto frammentaria e improntata quasi esclusivamente all’interesse per la produzione cinematografica; successivamente, è stata avviata un’operazione di sistematizzazione che ha favorito anche la percezione della sua multiformità espressiva.
Va comunque registrato come la comprensione complessiva della sua opera resti appannaggio di una ristretta comunità di studiosi, mentre nell’opinione comune siano presenti clichés e fraintendimenti, dipendenti sia da una scarsa conoscenza dell’autore che da un approccio allo stesso filtrato attraverso le categorie socio-culturali della recente storia ungherese anziché dal riferimento al peculiare contesto italiano nel quale Pasolini visse e operò e alla originalità del suo pensiero. È però da notare come fra le giovani generazioni di studenti (per lo più ventenni) si assista ad un incremento dell’interesse verso Pasolini, favorito dalla sua poliedricità artistica che ben si presta ad offrire diverse vie d’approccio, supportato dalla giusta sensibilità nel restituirlo alle specificità del suo tempo e alla sua originalità concettuale, ricercandone un’attualizzazione solo in conseguenza di ciò, dunque, evitandone stilizzazioni e tendendo verso una comprensione matura dell’autore, di quanto vi è in esso di consegnato al suo tempo e di quanto si staglia sul nostro.
Pertanto, oltre alla prosecuzione e all’incremento delle traduzioni e degli studi critici, per il futuro di una piena ricezione di Pasolini in Ungheria si profilano come particolarmente importanti due operazioni. Una, rivolta al grande pubblico, di chiarimento e rimozione dei fraintendimenti relativi alla vita e all’opera del Nostro. Un’altra, rivolta a chi volesse approfondirne la conoscenza, che restituisca l’organicità e l’originalità dell’opera di Pasolini, basando su ciò l’analisi della sua eredità.
Bibliografia ragionata
Traduzioni in Volumi
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Amado mio. Tisztátalan cselekedetek. Két kisregény [Amado mio. Atti impuri. Due racconti], trad. di Ágnes Preszler, Budapest-Bratislava, Kalligram, 2008.
Utcakölykök [Ragazzi di vita], trad. di Eszter De Martin e István Puskás, Budapest-Bratislava, Kalligram, 2009.
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Egy erőszakos élet [Una vita violenta], trad. di Eszter De Martin, Budapest-Bratislava, Kalligram, 2011.
Gramsci hamvai (részlet). Az anyák balladája. Az OKP-t a fiataloknak! Munkát keres. Esőszál finomságú sorok [Le ceneri di Gramsci (estratto). La ballata delle madri. Il Pci ai giovani!!. Richiesta di lavoro. Versi sottili come righe di pioggia], in Online barokk. Olasz költészet a 20. század második felében [Barocco online. Poesia italiana nella seconda metà del XX secolo], a cura di Géza Sallay e Endre Szkárosi, Budapest, Eötvös József Könyvkiadó, 2012.
Korom vallása [La religione del mio tempo], trad. di Zoltán Csehy, Budapest-Bratislava, Kalligram, 2013.
Traduzioni in Riviste
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Teoréma [Teorema], trad. di Mária Máthé, «Filmkultúra», 2, 1971; ripubblicazione, «Nagyvilág», 11-12, 1995.
Napi hír, versben [Postilla in versi], trad. di György Végh, «Filmvilág», 3, 1981.
Fellini katolikus irracionalizmusa [L’irrazionalismo cattolico di Fellini], trad. di Júlia Csantavéri, «Filmvilág», 4, 1983.
A félreértés [L’equivoco], trad. di Júlia Csantavéri, «Filmkultúra», 3, 1986.
Az evangélium tanítása. (Írások 1962-64-ből) [L’insegnamento del vangelo. (Scritti 1962-64)], trad. di Júlia Csantavéri, «Filmkultúra», 2, 1986.
Három kép Cittiről [Tre immagini di Citti], trad. di Júlia Csantavéri, «Filmvilág», 9, 1986.
Máté evangéliuma [Il Vangelo secondo Matteo], trad. di Júlia Csantavéri, «Filmkultúra», 3, 1986.
Az Élettrilógiájának visszavonása [Abiura dalla Trilogia della vita], trad. di Júlia Csantavéri, «Filmvilág», 7, 1987.
A boldogtalan fiatalok [I giovani infelici], trad. di Júlia Csantavéri, «Filmvilág», 10, 1988.
Pasolini levelei Jevgenyij Jevtusenkóhoz, Alfredo Binihez, Allen Ginsberghez [Lettere di Pasolini a Jevgenyij Jevtusenkó, Alfredo Bini, Allen Ginsberg], trad. di László Sándor Szabó, «Filmvilág», 10, 1988.
«Filmkultúra», 2, 1989 (numero dedicato a Pasolini contenete una selezione degli Atti del Convegno del 1988 co-organizzato dall’IIC di Budapest e dall’Istituto Cinematografico Ungherese intitolato Pier Paolo Pasolini: poeta e regista).
Fiú (1942-ből és 1943-ből.) – Vigyázz magadra és minden jót) [Ragazzo (1942-1943) – Saluto e augurio], trad. di Ferenc Parcz, «Filmkultúra», 2, 1989.
Porno-Teo-Kolossal [Porno-Teo-Kolossal], trad. di Judit Pintér, «Filmkultúra», 5-6, 1990.
Életemről [La mia vita], trad. di Judit Pintér, «Nagyvilág», 11-12, 1991.
Kiáltvány egy új színházért [Manifesto per un nuovo teatro] trad. di Judit Pintér, «Színház», 3, 1993.
Mámor [Affabulazione], trad. di Endre Szkárosi, «Színház», 1, 1993.
Apja: vadember (részlet) [Il padre selvaggio (estratto)], trad. di László Sándor Szabó, «Biciklitolvaj», 3, 1995.
Cikk a szentjánosbogarakról [L’articolo delle lucciole], trad. di Endre Szkárosi, «Nagyvilág», 11-12, 1995.
Publicisztikák [Pubblicistica], trad. di Judit Pintér e Endre Szkárosi, «Nagyvilág», 11-12, 1995.
Tervezet egy Szent Pálról készítendő filmhez [Progetto per un film su San Paolo], trad. di Ferenc Parcz, «Nagyvilág», 11-12, 1995.
Tisztátalan cselekedetek (részlet). Dante költői szándékáról [Atti impuri (estratto). La volontà di Dante a esser poeta], trad. risp. di Ágnes Preszler e Margit Lukácsy, «Kalligram», 1, 2007.
Monografie tradotte
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Monografie
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Articoli scientifici
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Documentari
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[1] Recentemente scomparsa, avendo collaborato con lei pubblicando sui suoi siti dedicati a Pasolini, sebbene non abbia avuto il piacere di conoscerla di persona, si percepiva che il suo per Pasolini era puro amore.
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