mercoledì 17 luglio 2019

Dialoghi (Confucio) / Analects of Confucius / 論語, 论语 Lún Yǔ

di Federico Sollazzo (p.sollazzo@inwind.it)

Si pubblica di seguito una selezione di pensieri tratti dai Dialoghi di Confucio.
L’originale cinese e la traduzione inglese, così come l’immagine con le spiegazioni, sono a cura di Ye Zipeng, la traduzione in italiano (dall’inglese) è di Federico Sollazzo.

子曰:學而時習之,不亦乎?有朋自遠方來,不亦樂乎?人不知而不慍,不亦君子乎?” 
  The Master said, “Is it not pleasant to learn with a constant perseverance and application? Is it not delightful to have friends coming from distant quarters? Is he not a man of complete virtue, who feels no discomposure though men may take no note of him?”
            Il Maestro disse: «Non è piacevole imparare con una costante perseveranza e applicazione? Non è delizioso avere amici che vengono da posti lontani? Non è uomo di completa virtù, chi non sente alcun turbamento anche se gli uomini non lo notano?» 

子曰巧言令色鮮矣仁” 
  The Master said, “Fine words and an insinuating appearance are seldom associated with true virtue.”
           Il Maestro disse: «Belle parole e un’apparenza insinuante sono spesso associate con la vera virtù.»

曾子曰吾日三省吾身為人謀而不忠乎與朋友交而不信乎傳不習乎
  The philosopher Zeng said, “I daily examine myself on three points: whether, in transacting business for others, I may have been not faithful; whether, in intercourse with friends, I may have been not sincere; whether I may have not mastered and practiced the instructions of my teacher.”
            Il filosofo Zeng disse: «Io esamino quotidianamente me stesso sotto tre aspetti: se, nel trattare affari per gli altri, io possa non essere stato leale; se, nel rapporto con gli amici, io possa non essere stato sincero; se io possa non aver approfondito e praticato le istruzioni del mio maestro.»

domenica 14 luglio 2019

Io l’ho visto

di Federico Sollazzo (p.sollazzo@inwind.it)

Ho visto un uomo, da solo, in un parco soleggiato, su una panchina all’ombra, che leggeva un libro, cartaceo.
Certamente, si potrebbero pensare tante cose paragonando questa immagine a quella che ho visto qualche sera prima, di un gruppo di adolescenti, insieme, di notte, su una panchina, ciascuno in silenzio ricurvo sul proprio smartphone. E le due cose non sono equivalenti, come vuole suggerire quell’immagine che gira su internet di persone silenziose ricurve sullo smartphone e persone silenziose ricurve sul giornale; non è la stessa cosa perché le prime sono assorbite, le seconde sono assorte, perché il cartaceo comunica più sensazioni ai cinque sensi, quindi stimola la sensibilità e quindi la comprensione del mondo che ci circonda, non la mera logica formale razionale che ci porta ad essere stupidi come delle macchine, che però si credono sensibili come persone, perché il cartaceo non isola, il virtuale, apparentemente connettendo, sì, e per tanti altri motivi che però ora non mi interessano.
Quello che quell’immagine, di quell’uomo in lettura riflessiva in un posto pacifico, mi ha stimolato è invece un altro pensiero, o forse visione.