venerdì 15 febbraio 2019

Potere disciplinante e libertà controllata. Esiti morali della moderna configurazione del potere

di Federico Sollazzo (p.sollazzo@inwind.it; I di 3)

Questo testo nasce dalla rielaborazione della conferenza Nuove configurazioni del controllo sociale. Dalla libertà negata alla libertà apparente, tenuta il 17/06/2013 presso l’Aula Magna del Consorzio Universitario di Velletri (RM), nell’ambito della rassegna Le ragioni della politica, organizzata dall’«Osservatorio filosofico», con il supporto di «MicroMega» e «Critica liberale» http://www.radioradicale.it/scheda/384096/totalitarismo-e-democrazia

Abstract

            Contemporary society is very different from the previous ones, but sign these differences a discontinuity between the contemporary one and the previous societies, or are changes, although deep, contained into the same line of development? And so, mark the contemporary Western democracies a discontinuity with the totalitarianism of the last century, or are them different in proceedings but not in purposes? In other words, live we really in a post-ideological era or not? And whether not, which is the form of the current ideology and its framework?
            Trying to answer to these issues, which are essentially a question of “power”, is useful to delineate a possible theory of the social transition and to analyze if changes are essential or just formal – a sort of upgrade of the domination of man over man and over nature.
            Developing this reasoning will be taken into account, integrating each other, the political theory and the moral philosophy of Th-W. Adorno, M. Foucault, J. Habermas, M. Horkheimer, H. Marcuse, A. Negri, P.P. Pasolini, in order to disclose a critical way for observing reality and its main phenomena.
  
            Premessa       

            Le società contemporanee sono organizzate in modo significativamente diverso da quelle precedenti, in particolare, le moderne democrazie occidentali si pongono in assoluta discontinuità rispetto ai precedenti sistemi totalitari. E tuttavia, è sostanziale questa discontinuità o solo apparente? La tesi che qui si vuole sostenere è che le nostre democrazie siano contenute nella stessa linea di sviluppo dei regimi totalitari del secolo scorso, ponendosi così come un’evoluzione degli stessi. Ciò segna una transizione nella continuità, il persistere, in forma aggiornata, di una ideologia, di cui va quindi condotta una descrizione, che designa una sorta di totalitarismo post-totalitario, sotto il nome di democrazia, individuabile nel persistere di dinamiche di potere (inteso come dominio diffondentesi relazionalmente) che prendono ora anche l’idea di libertà, che nella conclusione del testo verrà ricalibrata come auto-determinazione, sotto la loro influenza. Sotto questa prospettiva, si dischiude un nuovo sguardo nellosservazione dei grandi fenomeni sociali del Novecento e odierni, quali la Seconda guerra mondiale, il crollo del Muro di Berlino o le correnti primavere arabe e i vari movimenti di protesta.