lunedì 28 novembre 2016

Antropologia e politica. Forme di convivenza

di Federico Sollazzo (p.sollazzo@inwind.it; I di 4)

Introduzione

Il presente lavoro non si pone come esaustivo degli argomenti trattati ma, al contrario, come un invito alla loro discussione, confidando che possa essere criticato da chi lo riterrà meritevole d’attenzione.
Troppo spesso le teorie filosofico-politiche relative alla creazione di una soddisfacente forma di convivenza fra gli uomini sono accomunate, pur nei loro enormi distinguo e nelle loro peculiarità, dall’essere attraversate da una duplice dicotomia che si pone come una frattura insanabile: quella tra le polarità individuo/collettività e particolare/universale.

sabato 26 novembre 2016

Appunti per una riflessione. Tra morale ed etica: l’io e l’altro

di Pietro paolo Piredda (pietropaolo.piredda@istruzione.it)

Nessun atto è neutro se messo in rapporto con l'umanità di chi lo compie e di chi lo vive e, di pari passo, con il concetto (ma non la concettualizzazione) che lo comprende e sottende. Nel momento in cui un atto, che possa dirsi significativo (non parlo di usare una forchetta piuttosto che un cucchiaio mentre si mangia), è posto in essere, ciascuno non è più solo se stesso, ma è se stesso moltiplicato all'infinito. Ciò ci permette di definire o giudicare qualsiasi atto come umano, inumano, disumano, anti-umano. E siamo nella dimensione negativa del rapporto.