di Erwin de Greef (erwindegreef@libero.it)
eccoti qua
mio
Pierrot,
pieno di grazia,
che entri
nella sera
solitaria
portandoti
dietro
profumi di
zagara & sigarette.
fuori
le strade asfaltate
sono nuvole in
tempesta
e sui marciapiedi
ci sono solo
crocifissi e spine.
il nostro
rosario si
sgrana
in grappoli
d’uva
tra sorrisi-rossetto
fragole e
ciliegie.
alla finestra
il basilico e
la menta
le patate, l’aglio e
le cipolle
ascoltano
le tue
parole,
reliquiario di
altri universi.
e io
m’inginocchio
e prego
seguendo
il tuo
lamento –
dolore
di questa
notte.
il tuo
blues
tra le persiane
è come
ali
d’angelo
come piume
merlettate
come figure
ricamate.
sono biondi
i tuoi
capelli – lo
sai, Pierrot?
che sono
tanto biondi
da essere
quasi
bianchi?
dimmi,
angelo mio,
dove
tramonta
il sole
e quando
l’alba
bagnerà i
miei
occhi.
entra
Pierrot
per darmi
il tuo
saluto
di calde
labbra
e piene.
entra e siedi
con me
intorno al
tavolo
tra mattonelle
bianche –
bianche
come la
tua pelle
velluto & oro.
raccontami:
chi
sei
tu.
adesso
il sole
si sta
spegnendo
sulle
tue
spalle
in questo
venerdì –
venerdì senza
carne – mentre
le tue mani
raccolgono
olive nella
valle del
nostro
Getsemani.
intorno
al fuoco
della notte
ascolto
le tue
parole –
come un
gospel di
Billie
Holiday –
ascolto la
tua voce
di
ostriche & perle
guardando i
tuoi occhi
lapislazzuli
& onice.
corre questa
notte
bastarda e
solitaria
tra colline
e promontori
dentro
bicchieri di
vino bianco
dentro i fondi
delle
bottiglie
che
s’assommano
come
soldati in
marcia
prigionieri
di
silenzi-assensi.
e la nostra
corda –
Pierrot –
stringe il
cappio
intorno
al tuo
dolore
di sorella-figlia
di amante-madre.
la
conchiglia
si
schiude
tra
ghirigori
di
cantilene
& ninne nanne
tra
Donne-Madonne
col
figlio
in grembo
tra i
campi
da seminare.
dimmi
Pierrot
dei
tuoi
silenzi
prima che
sorga
l’alba
prima
che i
gabbiani
riprendano
a
migrare.
eccoti qua
mio
Pierrot,
pieno di grazia,
che entri
nella sera
solitaria
portandoti
dietro
profumi di
zagara & sigarette.
fuori
le strade asfaltate
sono nuvole in
tempesta
e sui marciapiedi
ci sono solo
crocifissi e spine.
il nostro
rosario si
sgrana
in grappoli
d’uva
tra sorrisi-rossetto
fragole e
ciliegie.
alla finestra
il basilico e
la menta
le patate, l’aglio e
le cipolle
ascoltano
le tue
parole,
reliquiario di
altri universi.
e io
m’inginocchio
e prego
seguendo
il tuo
lamento –
dolore
di questa
notte.
il tuo
blues
tra le persiane
è come
ali
d’angelo
come piume
merlettate
come figure
ricamate.
sono biondi
i tuoi
capelli – lo
sai, Pierrot?
che sono
tanto biondi
da essere
quasi
bianchi?
dimmi,
angelo mio,
dove
tramonta
il sole
e quando
l’alba
bagnerà i
miei
occhi.
entra
Pierrot
per darmi
il tuo
saluto
di calde
labbra
e piene.
entra e siedi
con me
intorno al
tavolo
tra mattonelle
bianche –
bianche
come la
tua pelle
velluto & oro.
raccontami:
chi
sei
tu.
adesso
il sole
si sta
spegnendo
sulle
tue
spalle
in questo
venerdì –
venerdì senza
carne – mentre
le tue mani
raccolgono
olive nella
valle del
nostro
Getsemani.
intorno
al fuoco
della notte
ascolto
le tue
parole –
come un
gospel di
Billie
Holiday –
ascolto la
tua voce
di
ostriche & perle
guardando i
tuoi occhi
lapislazzuli
& onice.
corre questa
notte
bastarda e
solitaria
tra colline
e promontori
dentro
bicchieri di
vino bianco
dentro i fondi
delle
bottiglie
che
s’assommano
come
soldati in
marcia
prigionieri
di
silenzi-assensi.
e la nostra
corda –
Pierrot –
stringe il
cappio
intorno
al tuo
dolore
di sorella-figlia
di amante-madre.
la
conchiglia
si
schiude
tra
ghirigori
di
cantilene
& ninne nanne
tra
Donne-Madonne
col
figlio
in grembo
tra i
campi
da seminare.
dimmi
Pierrot
dei
tuoi
silenzi
prima che
sorga
l’alba
prima
che i
gabbiani
riprendano
a
migrare.
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Bella! Complimenti Erwin!
RispondiEliminaArnaldo
E' bellissima e profumata, di una intensità veramente rara, una poesia che sceglie la musicalità leggera anche nella parte un poco più descrittiva ma con un ritmo intenso e continuo.... Vorresti quasi che non finisse! Te lo sottolineo perchè io in genere non amo le composizioni troppo lunghe ma, nello specifico, mi piace molto e ti voglio proprio fare i miei complimenti.
RispondiEliminaAmo la poesia più degli autori, amo l'odore delle semplici cose che sono contenute nelle poesie, mi lascio inebriare dai profumi delicati che si alzano dalle strofe se sentite e volute. Amo questa tua poesia...
Ciao MAO
poesia molto intensa,delicata,coinvolgente,mi è sembrato,nel leggerla,di avere accanto quel Pierrot,i cui silenzi ddicono molto di piu' di tante parole.
RispondiEliminacomplimenti!!!
giusy
Molto bella, un saluto..ci sentiamo presto =)
RispondiEliminaDaniele
Un conubbio davvero singolare tra sacro e profano,delicata e scritta da un animo sensibile.
RispondiEliminaMolto bella, complimenti
Dora
Il verso breve bene si attaglia al componimento, nel quale si susseguono (a mio parere), quasi sempre sorrette dal tempo presente, riflessioni sulla doppiezza propria del Pierrot quando comparve come personaggio della Commedia dell'Arte. Il componimento è tenuto perfettamente assieme da alcuni accorgimenti linguistico- retorici: segnalo l'anadiplosi di "bianche" (tra mattonelle bianche – bianche); di "venerdì" (questo venerdì–venerdì senza carne); la ripetizione di "ascoltare"; quella di "prima che"; il binarismo (ostriche & perle;zagara & sigarette;crocifissi e spine;velluto & oro;lapislazzuli & onice; cantilene & ninne nanne) che sfocia alcune volte nella enumeratio (il basilico e la menta le patate, l’aglio e le cipolle).
RispondiEliminaBravo Erwin!!
Francesco
Sei anche tu quel Pierrot che ogni sera ritorna ad indossare la maschera che sente più vera e con essa si riprende i sogni ,i ricordi,le sensazioni di attimi vissuti o"intravisti",crocifissi e spine dolorose,sollievo di calde labbra,fatica del seminare.....
RispondiEliminaMi sono gustata, fino in fondo, il ritmo della composizione estremamente musicale.
RispondiEliminaBravo Erwin, scopro in te anche questo talento poetico davvero unico.
Chiara
Sembra una canzone Erwin, di una malinconia così delicata da essere ancora più struggente. Bella l'immagine dei capelli biondi biondi, così biondi da essere quesi bianchi. Lo sai Pierrot?
RispondiEliminaAnna Caldara
come un pierrot!
RispondiElimina& la goccia di menta
leggera
su raccolto venerdì
arcuato
prima che il tramonto accada.
(bravo!)
Pierrot è un personaggio che fin dalla mia infanzia ho amato e che rivivo in chiave critica attraverso questo componimento. Sì, è un personaggio, Pierrot, che oggi mi tira fuori delle emozioni forti, contrastanti. La poesia è bella e musicale. Ben fatto.
RispondiEliminaGrazie per tutto questo, Erwin.
Colui che scrive ci rende partecipi al punto da farci credere che quelle parole sono le nostre, compiutamente …
RispondiEliminaCredo, non possa esservi, per un autore, risultato più appagante.
Grazia Calanna
Meraviglioso connubio tra immagini e musica e sentimenti, non una parola che non contenga ritmo e sentimenti già in sè per completarsi nel tutto di questa incalzante lirica dai profumi del presente che riportano all'esperienza di una vita!!! Bravo davvero!
RispondiEliminaLaura
Sì. Mancano solo le note.
RispondiEliminaColorata sarcastica ricca calda avvolgente fluente, delicata soffertenza, fiume di parole che sfociano nel mare immenso della nostra esistenza... Tua, nostra, vostra.. di chiunque essere umano pensante.
Complimenti Erwin!!!
Vera Dalla Costa