di Federico Sollazzo (p.sollazzo@inwind.it)
Nel 1854 viene pubblicato per la prima volta Il Bello musicale di Eduard Hanslick, il testo verrà poi continuamente ampliato dall’autore sino alla sedicesima edizione. Quest’opera contiene un elemento fondamentale di tutta la riflessione musicologica di Hanslick: l’idea che la musica, nonostante possa suscitare dei sentimenti, non li possa esibire, non li possa descrivere.
La musica, secondo Hanslick, utilizza degli strumenti specifici (l’eufonia, il ritmo, le note, la melodia, l’armonia, i timbri) per esprimere delle “idee musicali”, delle “forme sonore in movimento” che risiedono nella fantasia del compositore e che, lungi dall’essere una descrizione di qualcosa (neanche, come spesso si crede, di sentimenti), rappresentano una metafora che allude a qualcosa che non è di questo mondo e che, pertanto, non è né dicibile né razionalmente comprendibile, ma intuibile grazie all’allusione metaforica della musica.
In base a questa impostazione l’ascoltatore deve allora porsi in una condizione di “ricezione estetica” e non “patologica”. Quest’ultima la si ha quando nella musica si cercano dei contenuti concettuali che dovrebbero produrre degli “effetti morali”, quando, perciò, si considera la musica solo come uno strumento per tendere ad uno scopo esterno alla musica stessa; la ricezione estetica, invece, la si ha quando, a partire dalla consapevolezza che la musica non contiene concetti né esibisce sentimenti, ma è allusione, a partire dalla fantasia dell’artista, ad una dimensione altra, che si può solamente intuire (non essendo traducibile nei linguaggi del logos), la si ascolta unicamente per se stessa: «Un pezzo è udito e goduto veramente solo da colui che ne riporta non solo un’impressione generale sul sentimento, ma anche un’intuizione indimenticabile determinata proprio da quel dato pezzo» (E. Hanslick, Il Bello musicale, Aesthetica, Palermo 2001, p. 99).
("Periodico Italiano webmagazine", 10/11/2009)
Colui che ha talento musicale è spinto a creare un pezzo da un canto interiore e non da un sentire interiore puro e semplice.
E. Hanslick, Il Bello musicale
E. Hanslick, Il Bello musicale
Nel 1854 viene pubblicato per la prima volta Il Bello musicale di Eduard Hanslick, il testo verrà poi continuamente ampliato dall’autore sino alla sedicesima edizione. Quest’opera contiene un elemento fondamentale di tutta la riflessione musicologica di Hanslick: l’idea che la musica, nonostante possa suscitare dei sentimenti, non li possa esibire, non li possa descrivere.
La musica, secondo Hanslick, utilizza degli strumenti specifici (l’eufonia, il ritmo, le note, la melodia, l’armonia, i timbri) per esprimere delle “idee musicali”, delle “forme sonore in movimento” che risiedono nella fantasia del compositore e che, lungi dall’essere una descrizione di qualcosa (neanche, come spesso si crede, di sentimenti), rappresentano una metafora che allude a qualcosa che non è di questo mondo e che, pertanto, non è né dicibile né razionalmente comprendibile, ma intuibile grazie all’allusione metaforica della musica.
In base a questa impostazione l’ascoltatore deve allora porsi in una condizione di “ricezione estetica” e non “patologica”. Quest’ultima la si ha quando nella musica si cercano dei contenuti concettuali che dovrebbero produrre degli “effetti morali”, quando, perciò, si considera la musica solo come uno strumento per tendere ad uno scopo esterno alla musica stessa; la ricezione estetica, invece, la si ha quando, a partire dalla consapevolezza che la musica non contiene concetti né esibisce sentimenti, ma è allusione, a partire dalla fantasia dell’artista, ad una dimensione altra, che si può solamente intuire (non essendo traducibile nei linguaggi del logos), la si ascolta unicamente per se stessa: «Un pezzo è udito e goduto veramente solo da colui che ne riporta non solo un’impressione generale sul sentimento, ma anche un’intuizione indimenticabile determinata proprio da quel dato pezzo» (E. Hanslick, Il Bello musicale, Aesthetica, Palermo 2001, p. 99).
("Periodico Italiano webmagazine", 10/11/2009)
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