mercoledì 10 giugno 2009

Ungà: reti di parole

di Roberta Carlesimo (a.carlesimo@libero.it)

Sento un oceano di parole invadermi il petto,
lo sento crescermi dentro,
consegnarsi inerme al mio cuore malato di senso.
Disusate le vedo appassire nel mondo intorno a me,
in me le guardo che riprendono soave forma.
E si fa più dolce il distacco dalla realtà che assassina,
celere le condanna a morte.
Sono l'aspetto degli eterei miei pensieri,
d'avorio regalan forma alle vibrazioni dell'animo mio
e mentre mi conducono, cocchieri alati,
nell'iperuranio dell'eterna mia infinita ricerca dell'io
si consuma in un instante la mia festa interiore.

Il porto sepolto

Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde

Di questa poesia
mi resta
quel nulla
di inesauribile segreto

Giuseppe Ungaretti


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