di Federico Sollazzo (p.sollazzo@inwind.it)
(Il seguente Articolo ha costituito la base dell'intervento, recante il medesimo titolo, tenuto da Federico Sollazzo al Convegno dell'Associazione Nazionale Pratiche Filosofiche, Praticare la filosofia in tempo di crisi: pericoli e opportunità; esso costituisce inoltre il contributo inviato all'associazione LiberaParola – Centro di Psicoanalisi Applicata per il Ciclo di incontri, Il tempo del conflitto)
… non siamo ancora capaci di raggiungere, attraverso un pensiero meditante, un confronto adeguato con ciò che sta realmente emergendo nella nostra epoca
M. Heidegger
Ritenere – come da più parti avviene, spesso anche a prezzo di inflazionamenti banalizzanti del discorso – che oggi si viva in un sistema di manipolatoria eterodirezione della vita, di predeterminata produzione della stessa, significa ritenere che vi sia l’esercizio di una pressione sull’individuo che gli impedisce di poter essere autodeterminato, libero, autentico. Ma ciò significa ritenere anche – ed è questo che vorrei qui problematizzare – che tale individualità sia ancora, almeno potenzialmente, eccedente rispetto alla situazione data, poiché proprio nello scarto dal già dato si colloca la sua autonomia; è ancora possibile affermare questo scenario? O siamo oggi in una nuova fase di eterodeterminazione dell’individualità in cui non si dà più lo scarto tra questa e il sistema che la contiene? In tali termini non è più necessaria alcuna operazione di colonizzazione dell'individualità, di produzione della soggettività, poiché questa già aderisce completamente al sistema in cui è posta.