di Fulvio Sguerso (fulviosguerso@libero.it)
Solo in
questo nostro Paese di atei devoti e dai facili entusiasmi per i demagoghi di
turno, credo, avrebbe potuto attecchire e prosperare un fenomeno come quello
del berlusconismo, cioè di un misto di peronismo, populismo e cesarismo in
salsa familistico-aziendale. Personalità indubbiamente carismatica e anche per
questo divisiva, così in vita come in morte, Silvio Berlusconi è ancora oggetto
di accese polemiche mediatiche: “Ha
vinto lui” (La Verità); “La Repubblica del Banana” (il Fatto Quotidiano), come
si vede si va da un estremo all’altro, dagli Osanna agli anatemi; dal Santo
subito a Che l’inferno ti sia lieve; da Unto del Signore a Corruttore seriale, insomma Berlusconi è stato ed è a
tutt’oggi una figura controversa dalla personalità multipla e trasmutabile in tutte le guise: segno d’immensa invidia / e di pietà profonda, / d’inestinguibil odio / e d’indomato amor.
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