di Leonardo Conti (conti.leonardo@hotmail.it)
L’amica Elena Garelli, che ringrazio, ha suggerito su mia richiesta una frase su cui riflettere:
Però purtroppo le farfalle non hanno voce.
(Anonimo Giapponese)
Il simbolo della farfalla richiama inevitabilmente la vita e i suoi passaggi. Da uovo a bruco, da bruco a crisalide e infine a farfalla.
La farfalla è dunque un essere adulto, intento a volare di fiore in fiore, frenetico, il suo ciclo vitale.
Il suo sogno è il futuro? Una vita frenetica. Rischiosa. Potrebbe finire in una ragnatela o in bocca a un uccello. Un essere umano potrebbe prenderla in mano, distruggendo il delicato equilibrio delle sue ali. Perfino un piccolo uomo potrebbe condannare a morte una farfalla.
Siamo sicuri che sogni il futuro?
Oppure, piuttosto, non sogna quel mistero che muta il bruco, prima in crisalide, poi in quello che è adesso?
Un essere con molte zampe, senza ali, con mascelle ansiose di mordere.
Poi il buio, un buio che sembra durare in eterno.
È lì che c’è il sogno, si sogna un futuro diverso, luminoso, mentre forze invisibili trasformano il corpo, lo stravolgono.
Infine la luce. Il guscio si spacca… spaesamento... indecisione… che succede?
Le ali saggiano l’aria, sostengono il corpo, il dolce sapore del nettare da sorbire poco per volta. Il sole, il buio della notte, la forza impetuosa del vento, la pioggia.
L’ansia di riprendere il ciclo, cercare un suo simile, danzare assieme. Dall’alto, si vedono immobili i corpi di chi non ce l’ha fatta, le ali sciupate di chi non volerà mai più. Nel mentre dare il via a un nuovo ciclo che percorrerà gli stessi passi, senza poter vedere i frutti di tutti questi sforzi.
Nuovi nati faranno la loro stessa strada, affronteranno la loro stessa vita. I loro occhi non li vedranno.
Sicuro: una farfalla sognerebbe il lungo interminabile sogno da crisalide, il bruco sembra morire e il nuovo essere, completamente diverso, è in attesa della rinascita.
Ma non parla: sia bruco che farfalla sono troppo occupati a vivere la loro vita, a giungere alla loro mèta.
Nell’unico momento di calma, in cui si potrebbe ascoltare il suo pensiero, non potremmo sentirli: il guscio attutirà qualsiasi suono. Ogni voce sarà muta al suo esterno.
CriticaMente di Federico Sollazzo è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale. Follow me on Academia.edu
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