di Fulvio Sguerso (fulviosguerso@libero.it)
E’ mai
possibile morire a ventidue anni per una ciocca di neri capelli sfuggita al suo
hijàb (il velo islamico)? Sì, è possibile; è proprio quello che è avvenuto a Mahsa
Amini, la giovane curda presa in custodia (?) dalla polizia morale dello Stato
teocratico di Teheran, il 16 settembre scorso e deceduta in carcere in seguito
alle bastonature inflittele dalla suddetta polizia. Polizia morale? E che cosa
fa? Vigila sulla moralità degli iraniani? E’ una specie di squadra del buon
costume governativa con facoltà di arrestare e uccidere? Più precisamente, si
tratta di un corpo delle forze dell’ordine di quella Repubblica islamica
istituito nel 2005 con il compito di controllare e, se necessario, arrestare le persone che trasgrediscono il
codice che regola il modo di vestire delle donne, obbligate a coprirsi i
capelli con un hijab e indossare abiti lunghi che nascondano tutto il loro
corpo.
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