di Fulvio Sguerso (fulviosguerso@libero.it)
Siamo sicuri che la definizione aristotelica dell’uomo come animale, oltre che politico anche e soprattutto, per la qualità che lo distingue dalle bestie, “razionale” (zòon lògon èchon) cioè dotato di “logos” inteso sia come parola sia come ragione, possa rispecchiare l’effettiva realtà della condizione umana, oggi? Che cosa prevale nell’anima dell’umanità odierna? La ragione o l’istinto? La razionalità o il desiderio? La paura o la speranza? La volontà di potenza o la pietà per chi soffre, quindi anche per sé stessa? La fede o l’incredulità? La fiducia o lo scetticismo? La scienza o la superstizione (per non parlare del pensiero magico-infantile)? Queste domande sempre attuali se le era già poste il filosofo ebreo-olandese Baruch Spinoza nel secolo della rivoluzione scientifica ma anche delle guerre di religione.