di Fulvio Sguerso (fulviosguerso@libero.it; I di 4)
Che cosa caratterizza il mondo in cui viviamo? Quali “paradigmi” condizionano il nostro modo
di interpretare la realtà in cui siamo immersi? Su quali valori fondiamo la
nostra vita individuale e sociale? In che cosa crediamo (ancora) o non crediamo
(più)? È possibile vivere in pace in un mondo perennemente in guerra? Non sarà
che noi occidentali, cristiani o atei, basiamo la nostra (relativa) pace sulla
potenzialità distruttiva dei nostri armamenti convenzionali e non
convenzionali, sulle guerre combattute da altri, purché lontano dai nostri
confini? Come mai siamo considerati dai
fondamentalisti islamici una massa di infedeli materialisti ed edonisti da
convertire o da eliminare? Qual è il nesso tra monoteismo identitario e guerra?
Perché le cosiddette “religioni del Libro” sono state più foriere di conflitti
che di pace e di fratellanza tra i popoli? Chi possiede la giusta chiave
interpretativa dei sacri testi? Non sarà che le masse, occidentali e orientali,
acculturate o arretrate che siano, non sappiano andare oltre la lettera dei
loro libri sacri? E non ci sarà un nesso tra il letteralismo religioso delle
masse e il terrorismo? E tra le guerre, le diseguaglianze, la miseria e le migrazioni che tanto ci allarmano? Basterà
erigere muri e blindare le frontiere a salvaguardare la nostra sicurezza e a
tutelare la nostra economia? E sarà mai possibile una via di uscita dall’“invaso” epocale nichilistico, consumistico, massmediatico e ipertecnologico di questo nostro mondo in
cui l’apparenza vale più della realtà, l’immagine più della persona o della
“cosa in sé”, l’avere più del dare, i diritti più dei doveri e dove gli unici
valori che contano sono quelli quotati in borsa e l’immanenza ha sostituito la
trascendenza e la fisica la metafisica?