di Federico Sollazzo (p.sollazzo@inwind.it)
Liberi, siamo finalmente liberi; dopo essere stati schiavi, plebei, servi della gleba, funzionari dei totalitarismi, kapos del denaro e del potere, ora siamo finalmente liberi!
Liberi di acquistare ciò che vogliamo (fra una gamma di prodotti accuratamente predeterminati), liberi di andare dove vogliamo (fra una molteplicità di luoghi ontologicamente identici), liberi di informaci come desideriamo (fra una pluralità di mass-media, nessuno dei quali destabilizzante per lo status quo), liberi di divertirci come preferiamo (grazie ad un’industria del divertimento che intrattenendo, controlla), insomma, ora siamo finalmente liberi di vivere (così come siamo ammaestrati a vivere).
Liberi, siamo finalmente liberi; dopo essere stati schiavi, plebei, servi della gleba, funzionari dei totalitarismi, kapos del denaro e del potere, ora siamo finalmente liberi!
Liberi di acquistare ciò che vogliamo (fra una gamma di prodotti accuratamente predeterminati), liberi di andare dove vogliamo (fra una molteplicità di luoghi ontologicamente identici), liberi di informaci come desideriamo (fra una pluralità di mass-media, nessuno dei quali destabilizzante per lo status quo), liberi di divertirci come preferiamo (grazie ad un’industria del divertimento che intrattenendo, controlla), insomma, ora siamo finalmente liberi di vivere (così come siamo ammaestrati a vivere).
("l'EstroVerso", n. 2, 2010)
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Liberi se - e solo in quanto - compratori di qualcosa. Consumatori. Liberi consumatori in libero mercato.
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