lunedì 31 agosto 2020

Sulla filosofia

di Federico Sollazzo (p.sollazzo@inwind.it) 

E' stato detto.
Ed è stato detto proprio da coloro che oggi vengono studiati da quelli che, studiandoli, mettono in scena proprio ciò che essi criticavano.
Eppure è stato detto.
Allora, un passo più in là dell'analfabetismo funzionale, esiste anche un'impermeabilità al senso.



Coloro che sperano di diventare filosofi studiando la storia della filosofia dovrebbero, piuttosto, ricevere da essa l'idea che filosofi si nasce proprio come avviene per i poeti, anzi assai più di rado. 
– Arthur Schopenhauer, Sulla filosofia e il suo metodo, in Parerga e Paralipomena

I primi due requisiti del filosofare sono questi: prima di tutto che si abbia il coraggio di non serbare nel proprio cuore alcuna domanda e, in secondo luogo, che si porti a chiara coscienza tutto ciò che si capisce da sé per concepirlo come problema. Infine, per filosofare davvero, lo spirito deve essere veramente ozioso: non deve perseguire degli scopi e dunque non deve essere guidato dalla volontà, bensì dedicarsi integralmente all'ammaestramento che gli danno il mondo intuibile e la sua stessa scienza.  I professori di filosofia, invece, pensano al loro utile e vantaggio personale, a ciò che serve in questo senso: qui risiede la loro serietà. Per questo non vedono affatto tante cose che invece sono chiare; anzi non giungono mai alla meditazione, sia pure soltanto sui problemi della filosofia.
 Arthur Schopenhauer, Sulla filosofia e il suo metodo, in Parerga e Paralipomena