di Chiara Taormina (chiara.taormina@gmail.com)
La philosophia naturalis o filosofia naturale era la riflessione su base razionale applicata alla natura e alla sua osservazione.
Leggendo i versi di Davide Gariti mi viene spontaneo questo accostamento e più precisamente quello al neoplatonismo rinascimentale. Tale corrente filosofica sosteneva la stretta relazione esistente tra la naturalità delle cose con una visione magica ed esoterica del loro svolgimento. Così nella profondità dei versi di Davide ho riscoperto il gioco alchemico della poesia, per ricercare quel sapere unitario che ristabilisca l'equilibrio e il legame tra le variegate emozioni umane, partendo dalla molteplicità delle sensazioni per giungere all’unità, dalla diversità all’identità di chi legge:
Un cane lento dorme,
la coda nel fango
il muso sulle sue orme.
"Già il Sommo Padre, Dio Creatore, aveva foggiato, questa dimora del mondo quale ci appare. Ma, ultimata l'opera, l'Artefice desiderava che ci fosse qualcuno capace di afferrare la ragione di un'opera così grande, di amarne la bellezza, di ammirarne la vastità".
Così affermava Pico Della Mirandola, che nella Cabala cercava di capire i misteriosi legami tra i vari aspetti della natura.