domenica 27 settembre 2015

Il programma di un umanesimo. Verso la liberazione dell’uomo. Herbert Marcuse. Eros e civiltà

di Pietro Paolo Piredda (pietropaolo.piredda@istruzione.it; II di 2)

II parte: Origine e sviluppo della civiltà repressa

Per capire questa dialettica di costruzione e distruzione della civiltà è bene vedere la connessione tra la psicologia individuale e la teoria della civiltà in Freud (Il disagio della civiltà).

La ricerca delle origini della repressione ci riporta all’origine della repressione degli istinti, che ha luogo durante la prima infanzia. (…) È nel bambino che il principio della realtà compie la sua opera (p. 96).

Marcuse in questa seconda parte usa le suggestive immagini e analisi di Freud sulla nascita della civiltà : il “padre primordiale” che domina l’orda primitivorum” e quella del “clan fraterno”. E’ chiaro che l’analisi di Freud non sia scientificamente dimostrabile, ma Marcuse ne assume il valore simbolico:

Se l’ipotesi di Freud non è confermata da alcuna prova antropologica, essa dovrebbe essere scartata in pieno salvo il fatto che condensa (…), la dialettica storica del dominio, e in questo modo getta luce su aspetti della civiltà ancora inspiegati. Noi usiamo la speculazione antropologica di Freud solo in questo senso: per il suo valore simbolico (p. 100).

Nella teoria di Freud tutti gli atteggiamenti infantili non sono altro che il ripresentarsi di espressioni della specie. La matura civiltà di oggi è regolata dalla immaturità psichica arcaica e il materiale represso ritorna sempre; l’individuo è continuamente punito per azioni mai commesse.
Ora precisiamo meglio la profonda connessione tra psicologia individuale e sociale.
Il primo gruppo umano fu governato da un solo individuo che si impose a tutti; dal suo dominio nacque l’organizzazione sociale: è il ‘padre primordiale’. Segno del suo potere è il monopolio della donna, considerato piacere supremo; l’orda primitivorum è sottomessa a questo potere. Questo monopolio rappresenta la distribuzione ineguale del piacere e della sofferenza ma chi non sottostà a questo dominio è ucciso, castrato o esiliato.
Reprimere il piacere è essenziale per tenere in vita questa società, dominarla. Il lavoro per portar avanti l’orda era affidato ai figli che:

in seguito alla loro esclusione dal piacere, riservato al padre, erano diventati liberi di incanalare le energie istintuali in attività penose, ma necessarie (p. 101).

lunedì 14 settembre 2015

Il programma di un umanesimo. Verso la liberazione dell’uomo. Herbert Marcuse. Eros e civiltà

di Pietro Paolo Piredda (pietropaolo.piredda@istruzione.it; I di 2)

Il vero modo della libertà non è l’attività incessante della conquista, ma il suo quietarsi nella conoscenza trasparente e nella soddisfazione dell’essere (H. Marcuse, Eros e civiltà)

Introduzione

La specificità della teoretica filosofica permette allo studioso una lettura della realtà secondo diverse prospettive e punti di osservazione, a volte privilegiati e altre volte indirizzati ad interrogare la realtà nella sua fenomenologia per darne ragione o, con accento critico, scavare e rendere manifeste le sue contraddizioni.
Una di queste prospettive è quella dell’antropologia filosofica, il cui compito è quello di sempre: dare una definizione di uomo esaustiva al punto di poterne prospettarne un orizzonte interpretativo che ne colga l’essenza e ne programmi l’attuazione, ma spesso ci si imbatte in risposte paradossali.
Ciò dipende dalla naturale difficoltà a parlarne in maniera appropriata. Alcuni identificano quest’essenza nel piacere, altri nel bisogno e nel lavoro, altri ancora nella sua capacità di comunicazione, nel rapporto Io-Alterità o ancora nella capacità di fare, altri nella sua apertura alla trascendenza, e ancora, apertura ad un Assoluto. Non si può negare però che, comunque la si pensi, quest’essenza appartiene a un essere che si manifesta come storico (impregnato di spazio e di tempo e di relatività, quindi di storia) e sociale (immerso in relazioni più o meno significative, dal molteplice aspetto).
L’antropologia pone come termine ultimo delle sue domande come può l’uomo realizzare la propria definizione ed  il proprio ben-essere. Insomma pone costantemente ed ineludibilmente davanti a sé un progetto-uomo, a partire dalla ricerca della natura che lo definisce e costituisce.
Questo parlare della natura che le è propria lo si può fare in varie modalità e a diversi livelli semantici e interpretativi e spesso in modo contraddittorio .
Herbert Marcuse propone una lettura originale dell’essenza delluomo nel suo noto saggio Eros e civiltà, tenendo presenti queste due istanze: storicità determinata e socialità, ma avvalendosi di una lettura simbolica a partire dalle prospettazioni psico-socio-cognitive freudiane e dall’apporto del pensiero, prettamente storicistico, di Marx.