di Patrizio Paolinelli (patrizio.paolinelli@gmail.com)
La cultura sta morendo? Questa preoccupante domanda capita di sentirla formulare in orazioni più o meno esplicite durante convegni, dibattiti, trasmissioni radiofoniche, interviste e così via. Ovviamente la cultura non sta morendo, basti pensare solo al fatto che tutti noi continuiamo a utilizzare la nostra lingua. E se la cultura fosse morta non ci sarebbero più parlanti. Tuttavia, se la domanda si pone ormai da diversi anni e non trova una risposta, vuol dire che qualcosa di importante è accaduto e questo qualcosa ha un effetto catastrofico tanto da ricorrere all’immagine della morte.
Prima di individuare le cause della catastrofe e capire cosa ha lasciato al suo passaggio è necessario indicare anche solo sommariamente le basi materiali su cui si è edificato l’immaginario culturale del nostro recente passato. Quello ricordato con una punta di nostalgia da anziani, da uomini e donne di mezza età e che va dagli anni ’50 agli anni ’70 del secolo scorso. Un battito di ciglia dal punto di vista della storia, un abisso per un giovane di oggi.