mercoledì 1 giugno 2011

Corrispondenza con Gianni Vattimo

di Federico Sollazzo (p.sollazzo@inwind.it)

Si riportano di seguito due domande che ho rivolto a Gianni Vattimo, elaborandole con il contributo dei Dottorandi di Italianistica dell'Università di Szeged – Ungheria –, e la risposta che il Professore mi ha gentilmente inviato (autorizzandomi alla pubblicazione).

Federico Sollazzo:
1) Prof. Vattimo, potrebbe sintetizzare la differenza fra il Suo pensiero debole ed il cosiddetto multiculturalismo?
2) Riguardo alle Sue posizioni sullo Stato di Israele, non ritiene che i termini di (anti)sionismo ed (anti)semitismo, comunque li si maneggino, non siano ormai più in grado di restituirci la complessità del presente? Cosa ne penserebbe se si riconfigurasse tale discorso abbandonando quei termini, che oltre alla loro probabile obsolescenza, aprono il campo all'emotività, fertile humus di radicalizzazioni, ed introducendovi invece degli elementi di possibile razionalizzazione, il che richiederebbe (innanzi tutto e ancor prima di definire i criteri di una possibile razionalizzazione) l'abbandono di fattori irrazionalizzanti, ovvero, una demitizzazione (in termini concettuali) ed una demilitarizzazione (in termini pratici) della questione?

Gianni Vattimo:
Caro Sollazzo, alla seconda domanda, sul purificare il nostro modo di parlare di Israele ecc, sono d'accordo con Lei. Il senso stesso della mia posizione è che lo Stato di Israele va guardato e trattato come uno Stato fra gli altri, soggetto alle regole del diritto internazionale, che ha ripetutamente violato accusando di antisemitismo chiunque lo facesse notare... Dunque...
Quanto al multiculturalismo, io lo considero come un aspetto (decisivo) della generale crisi della metafisica come la pensa Heidegger: fine dell'idea di una verità unica e venire in primo piano delle molteplici culture. Il pensiero debole non si identifica semplicemente con il multiculturalismo perché lo vede ontologicamente come un appello dell'essere a uscire dal culto dell'oggettività metafisica (che si è sempre accompagnato all'eurocentrismo o comunque a dogmatismi intolleranti di ogni altra prospettiva).
Auguri e un saluto cordiale, GVattimo

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