Mario Dal Pra, Il pensiero filosofico di Marx, a cura di Dario Borso, Shake
(Dalla nota dell'editore)
Nel Novembre del 1956, a guidare i carri armati sovietici in Ungheria non fu solo l’esercito, né solo il Politburo: fu il marxismo-leninismo, ossia la versione di Stato del marxismo.
Tra i pochi intellettuali italiani di sinistra ad avversare tale aberrazione si trovò Mario Dal Pra che, sulla scia di poche intuizioni offertegli dall’amico Giulio Preti, si dette a ricostruire liberamente (ossia senza i paraocchi terzinternazionalisti, ma con gli attrezzi della filologia) l’itinerario intellettuale del giovane Marx.
Così adesso, che con l’Oriente sovietico parrebbe crollato il marxismo stesso, queste pagine scritte per pochi allievi restano, fresche e incontaminate, per le nuove generazioni.
Tra i pochi intellettuali italiani di sinistra ad avversare tale aberrazione si trovò Mario Dal Pra che, sulla scia di poche intuizioni offertegli dall’amico Giulio Preti, si dette a ricostruire liberamente (ossia senza i paraocchi terzinternazionalisti, ma con gli attrezzi della filologia) l’itinerario intellettuale del giovane Marx.
Così adesso, che con l’Oriente sovietico parrebbe crollato il marxismo stesso, queste pagine scritte per pochi allievi restano, fresche e incontaminate, per le nuove generazioni.
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