tag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post9129421014113780610..comments2023-12-19T04:07:52.706+01:00Comments on .: Il programma di un umanesimo. Verso la liberazione dell’uomo. Herbert Marcuse. Eros e civiltà Federico Sollazzo p.sollazzo@inwind.ithttp://www.blogger.com/profile/03641654217536589518noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-15993505324035611162016-01-13T12:53:27.248+01:002016-01-13T12:53:27.248+01:00Ma è quasi controcanto alla filosofia di Jaspers –...Ma è quasi controcanto alla filosofia di Jaspers –filosofo psichiatra– che Marcuse si spinge nello sforzo determinato della critica; ossia esulando dalle consuete domande: da dove vengo, chi sono, dove vado con un netto: ci siamo! e da qui partire: Se chiamo mondo tutto ciò che, attraverso l’orientazione conoscitiva, può esserci accessibile come contenuto che tutti possono conoscere in termini logicamente vincolanti, allora nasce il problema se la totalità dell’essere si esaurisce nell’essere nel mondo, e se nel pensiero conoscitivo si conclude con l’orientazione nel mondo (cfr. C. Jaspers, Filosofia 2, Chiarificazione dell’esistenza, Mursia, 1978, p. 25). E ancora, in perfetto accordo: Quale che sia la nostra origine, esistiamo. Ci troviamo nel mondo con altri uomini, (cfr. C. Jaspers, Piccola scuola del pensiero filosofico, Ed. SE, 1998); in altra direzione fa lo stesso Bloch nell’Intenzione del suo Spirito dell’utopia (1923): Io sono, Noi siamo. E’ abbastanza. Ora dobbiamo cominciare. La vita è nelle nostre mani. Barcolla insensatamente, ma noi siamo fermi e vogliamo diventare il suo pugno e le sue mete. Anche se ritornerà sui suoi passi nell’enunciare Il principio speranza (1959) in cui appunto esordirà così: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Che cosa ci aspettiamo? E cosa ci aspetta?<br />Questo è il motivo per cui la filosofia critica si pone come tale -dialettica negativa- e si immerge nella sociologia; ossia diventa fuga dalle, hegelianamente intese, anime belle: coloro che non si sporcano le mani nella situazione storica determinata (cfr. Adorno, op. cit., p. 206: La libertà è concepibile soltanto nella negazione determinata della corrispondente figura concreta dell’illibertà.) e conclude Marcuse, L’uomo a una dimensione, Einaudi, 1991, p. 265: La teoria critica della civiltà non possiede concetti che possano colmare la lacuna tra il presente e il suo futuro; non avendo promesse da fare né successi da mostrare, essa rimane negativa. In questo modo essa vuole mantenersi fedele a coloro che, senza speranza, hanno dato e danno la loro vita per il Grande Rifiuto. Inutile dilungarsi sulla natura del Grande Rifiuto cui Marcuse si riferisce.<br />pietropaolo.piredda@istruzione.ithttp://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/homenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-15595898684509815182016-01-13T12:52:20.572+01:002016-01-13T12:52:20.572+01:00Togliere in maniera determinata e com-prendere ass...Togliere in maniera determinata e com-prendere assorbendo i termini precedenti ma, aprendosi ancora ad un ulteriore movimento in cui si pone-si toglie in modo determinato e si sintetizza ancora una volta in un positivo che a sua volta si progetta (similare al Dasein heideggeriano; e il punto di partenza logico-dialettico in Hegel è Essere-Non-essere-Divenire) in un ulteriore movimento triadico-dialettico-sillogistico. Ciò rende il pensiero critico occhio vigile sul tempo vissuto nell'attualità delle mutazioni, con la pretesa (tale finchè non legittimata) di custodire quella linearità dello Spirito che esprime la Ragione e la ragionevolezza seppur senza chiudere in una sintesi positiva ciò che appare, quindi fenomelogicamente o come epifenomeno, instabile (T.W.Adorno, Dialettica negativa, Einaudi, 2004, p.158: E’ bene mantenere criticamente la dualità di soggetto e oggetto contro la pretesa di totalità inerente al pensiero). Ossia è un aspetto che rivela una certa entropia (o eclissi per M.Horkheimer) non ancora chiarificatasi. Questo commento per meglio intendere che non si può fare filosofia senza la sua storia (ciò differenzia la filosofia dalle altre scienze: nessun fisico si sognerebbe, per fare fisica, studiarsi prima Tolomeo e nessun chimico studiare l’alchimia per fare chimica; si può fare fisica prescindendo, anzi doverosamente farlo, da questi passaggi storici della loro scienza; non altrettanto è per il filosofo che comunque si confronta con Eraclito o Parmenide, Platone, Aristotele o Kant ecc…e non si potrebbe fare filosofia senza studiarne la storia ed evoluzione) e senza i suoi termini e, soprattutto va ricompreso il pensiero di Marcuse nella tradizione del pensiero hegeliano da cui scaturisce (anche per le teorizzazioni della sinistra hegeliana) e la frattura, iato, aperto dalla filosofia heideggeriana (che allo stesso modo di Hegel vuol ri-comprendere tutta un’intera tradizione; niente vieterà in un futuro di parlare di una destra e sinistra heideggeriana come già per Hegel, soprattutto alla luce della recente pubblicazione dei cosiddetti Quaderni neri, ma in nuce già nella riflessione della scuola di Francoforte con la meditazione di Adorno: Ma l’essere heideggeriano, senza molto differire dallo spirito, suo antipode, non è meno repressivo; solo più opaco di quello, il cui principio era la trasparenza; perciò ancor più incapace di autoriflessione critica sulla propria essenza dispotica di quanto lo siano mai state le filosofie dello spirito. (op. cit., p. 91) pietropaolo.piredda@istruzione.ithttp://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/homenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4113756902064050679.post-23295828424448440672016-01-13T12:49:05.699+01:002016-01-13T12:49:05.699+01:00Il materialismo nella visione dei Francofortesi re...Il materialismo nella visione dei Francofortesi resta inerente lo Spirito, seppur nella sua mediazione storica. Capisco che la frase possa sembrare esprimere un non-sense. Qui si intende precisare quando espresso in Appendice per una maggior comprensione del testo, il quale resta un’approccio determinato al saggio Eros e civiltà.<br />Quando si fa cenno allo Spirito –Geist– è chiaro che la risonanza semantica porti a diversità interpretative, (come d’altronde nel senso comune è lo spirito del tempo, lo spirito faustiano, persino la battuta di spirito, spiritosaggine ecc…), in questo caso la matrice del pensiero di Marcuse fa leva sul sistema hegeliano e con esso può essere recepito il senso -come orientamento più che significato- (da ricordare che Hegel, quale enciclopedico, riprende molta parte della tradizione attinente questa categoria modale che si fa sostanza nel Geist), poiché lo Spirito è espressione della linearità del tempo nel suo sviluppo (prova ne sia lo sforzo preminente che fa nel suo Estetica per ricomprendere la Fenomenologia dello Spirito attraverso il suo sviluppo storico e il suo emergere di senso e significato). Lo spirito (necessariamente scritto in minuscolo) è invece lo sforzo determinato che viene enunciato nella mediazione prettamente culturale (e quindi in tutte le sue forme di manifestazione storica: dalle più semplici alle più complesse, dalle più rozze e meschine alle più elevate e raffinate) e include, nel pensiero dei Francofortesi, l'accentuazione critica derivata dalla seconda istanza del procedimento triadico-dialettico cui fa leva, procedimento triadico che si pone in una forma sillogistica aperta, rozzamente e manualisticamente posta come un movimento di tesi-antitesi-sintesi. La negazione determinata (antìtesi) è la forza del negativo (ma come negazione determinata e non assoluta) che si espande non chiudendosi, volutamente, in una sintesi (che è positivo in quanto negazione della negazione). Ciò equivale a rendere aperta l'istanza critica (discrimen come discernimento del non detto, il non-ancora in Bloch) prima ancora che si possa affermare in una sintesi; in Hegel questa sintesi -negazione della negazione che si pone come positivo in-sé-per-sé- è chiamata Aufhebung termine che racchiude in sé la paradossalità del togliere mantenendo allo stesso tempo!<br />pietropaolo.piredda@istruzione.ithttp://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/homenoreply@blogger.com