domenica 31 ottobre 2010

Renoir: la passione per l’arte e la vita


di Francesco Barresi (ruutura@hotmail.it)


“A me piacciono i dipinti che mi fanno desiderare di passeggiarvi dentro, di rappresentarne paesaggi, di accarezzarli se rappresentano donne”, Renoir

Pierre-Auguste Renoir è uno degli artisti più amati del XIX secolo. Anche se visse in un’epoca travagliata e soffrì a lungo per gravi problemi di salute, manifestò sempre un grande ottimismo esaltando in tutta la sua opera la bellezza del mondo e la gioia di vivere.
Renoir era di umili origini e agli inizi – come gli altri Impressionisti – faticò duramente per guadagnarsi da vivere, ma a partire dai 40 anni la sua attività cominciò a prosperare tanto che negli ultimi anni di vita era ormai divenuto famoso e apprezzato in tutto il mondo. Nonostante il successo, però, restò sempre umile e modesto e anche quando era ormai vecchio e sofferente per i reumatismi continuò a lavorare per soddisfare il suo innato amore per l’arte. Nei primi lavori Renoir trasse ispirazione dalla vita parigina, mostrando giovani allegri e spensierati, mentre negli ultimi anni evocò una specie di paradiso terrestre, dipingendo nudi voluttuosi in una campagna incontaminata, riscaldata dal sole mediterraneo.
La lunga carriera artistica di Renoir può essere divisa in varie fasi. La prima corrisponde alla attività di decoratore di porcellane. Renoir acquisì una notevole capacità di “mestiere” che trasfonde ancora in molti lavori successivi, dal carattere puramente ornamentale. Dopo l’incontro con l’Impressionismo, Renoir cominciò a sentire il fascino e l’importanza della luce e questo caratterizzò tutti i quadri che dipinse dopo la metà del 1870. Al ritorno da un viaggio in Italia, negli anni Ottanta dell’Ottocento, si concentrò maggiormente sulla definizione delle forme. Nell’ultimo periodo, quando si trasferì in Provenza, il suo stile diventò più libero e la pennellata più indefinita.
Renoir determina una svolta importantissima nel corso della pittura europea, rivelando un nuovo modo di vedere e rappresentare la natura arricchendo la nostra conoscenza della realtà. Può essere considerato un naturalista tout court per il suo bisogno di sentire fisicamente la presenza vitale di ciò che dipinge e per il suo incontro diretto e immediato con il vero naturale; non c’è nessun gesto violento né una presa di possesso della realtà (come in Gustave Courbet) ma una carezza lieve, lirica e sensuale, perché Renoir ama tutto ciò che vive sulla terra. Il rapporto che instaura con la pittura è fatto di gioia e piacere, è un artista che ama ciò che vive, palpita e fa palpitare, per lui la sensibilità è divertimento. Nella rappresentazione di un fiore, ad esempio, dipingerebbe la vita insita dentro la natura, la linfa che fa crescere e germogliare le cose, la bellezza semplice ed eterna del mondo rinchiuso nel suo più infinitesimale frammento, sente le cose come partecipi di una unità indissolubile, un’unione di aria e luce, inserendosi così nel flusso della vita, in una concezione panteistica del mondo che traduce nei suoi dipinti in una rivelazione continua di colore e luce. Gli oggetti per Renoir sono spettacoli affascinanti di bellezza, in cui sono manifesti un’autentica gioia di vivere nei toni più luminosi e leggeri, una grazia squisita e delicata; si percepisce il calore umano dell’artista e un sentimento dolce, sognante, lirico teso verso la realtà.
Nelle sue opere si vede chiaramente come Renoir tenti di modellare continuamente la forma nella luce, inserendo i volumi degli oggetti in un’atmosfera fluida e diafana; c’è una palpitante armonia in cui le parti chiare e scure si fondono nella morbidezza delle gradazioni, nelle pennellate estremamente agili e leggere. Renoir dipinge un mondo fantastico e idillico che trova nella realtà, senza ricorrere alla mitologia: dipinti che hanno come soggetto una giovane su un’altalena, una donna sdraiata che legge il giornale, un ballo festoso al Moulin de la Galette, intime riunioni familiari e bagnanti nude. La sua pittura è spontanea, di una spontaneità sorgente da una conquista felice trovata dopo un lungo periodo di travaglio e ricerca, frutto della continua sperimentazione. Impiega dei modi disegnativi tradizionali nella larghezza di stesure e nella pienezza della materia (da qui l’influsso di Courbet). L’osservazione della realtà è ottica, atmosferica, pre-impressionista. Renoir cambia spesso i suoi strumenti stilistici, la dialettica stilistica che anima il suo percorso è in continuo mutamento, svolgendosi tra i termini di colore e forma offre una resa ottica e atmosferica del reale, tattile, plastica. Nei suoi dipinti non c’è una scelta assoluta ed esclusiva, c’è il tentativo di avvicinarsi alla verità della visione, alla verità dell’atmosfera sentimentale. Anche dopo le lezioni di Jean-Auguste-Dominique Ingres (diverso da Eugene Delacroix) sente di dover imparare molto tecnicamente. Nelle opere en plein-air sono presenti vibrazioni di luce, scintillii ed effetti quasi vaporosi che rivelano gli evidenti motivi dell’Impressionismo; tutti questi particolari però mancano nelle scene e nei ritratti di interni perché la forma è più plastica e il colore è più spesso. È importante ricordare anche l’amicizia e la comunione di vita che ebbe con gli Impressionisti: è determinate per la crescita di Renoir l’ammirazione per Courbet e Edouard Manet. L’Impressionismo non è una scuola, ma una naturale comunanza di artisti ansiosi di rinnovare una tradizione decaduta; Renoir si distingue per la libera disponibilità umana di fronte a qualsiasi tema e il calore della partecipazione al mondo contemporaneo. I suoi amici più vicini sono Monet, Camille Pissarro, Alfred Sisley, ma si distingue da loro per una più calda partecipazione sentimentale al motivo e una maggiore sontuosità cromatica. La verità ottica nella raffigurazione della realtà è fondamentale, sia per Renoir che per gli Impressionisti, essendo unita ad un sentimento che reinveste e filtra liricamente le immagini stesse della realtà, è un accordo tra occhio ed emozione, osservazione e trasfigurazione.



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2 commenti:

  1. Grazie è bellissimo poter condividere con voi...

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  2. "affezioni dell'anima" di cui riesce a comunicare l'emozione, il sentimento, la luce, la gioia, i colori, la dolcezza, la purezza dell'aria, il calore, la rilassatezza. Cristi Canova

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